venerdì 7 marzo 2014

Un letto triangolare

Un letto triangolare di 42 anni (9.10.2013)
 Oggi, da 42 anni dormo in un letto triangolare. Triangolo equilatero. L’abbiamo costruito a Friburgo con assi di novopan, abbiamo fabbricato il primo materasso in gomma piuma, le lenzuola e il piumino. Nel corso degli anni ha subito qualche modifica per migliorare il confort e la funzionalità. Ma anche i gusti in 42 anni evolvono. La foto in B/N è del 1971 a Marly con accanto un apparecchio di Kipp proveniente dal solaio di chimica dell’università, il mio primo sitar e il poster del concerto a Ginevra di Ravi Shankar. La seconda foto è fatta adesso a Vaglio. L’apparecchio di Kipp c’è ancora anche se ben nascosto in un angolo, forse come simbolo, assieme al triangolo, di quella complicatissima chimica (o alchimia?) che permette a due esseri umani molto diversi di stare bene assieme anzi benissimo. Happy marriage, even better, very happy marriage!

 Ma come fa a funzionare in crescendo per tanti anni, per una vita in fondo? Azzardo una sintesi di molti fattori determinanti: 1) coltivare lo stupore di una continua, quotidiana, riscoperta dell’altro come un interlocutore affascinante 2) verificare continuamente che il benessere, cioè la felicità, dell’altro produce il massimo del guadagno in ordine alla mia felicità.
Ma in termini meno intellettuali si potrebbe anche sintetizzare diversamente: svegliarsi ogni mattina nel letto triangolare, guardarla trovando che è bellissima. Anche a 62 anni.
Ma il letto triangolare nasce da un film introvabile. Non c’era la rete nel ‘72. Un giovane riccioluto (mi pare) suonava il sitar su un letto triangolare girevole sostenuto da una specie di calice verosimilmente alto almeno 80cm. Avremmo voluto farlo anche noi girevole ma tecnicamente è sempre stato un progetto molto complicato. Vorrei proprio trovarlo il film, che magari non vale nulla cinematograficamente, o almena la sequenza del sitar, solo che non ho nessun nome o riferimento da mettere su IMDB.

PS: Basilio via WhatsApp da NY mi ricorda che “42 è la risposta alla domanda più importante di tutte” (ndr vedi saga di Douglas Adams )

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