venerdì 7 marzo 2014

pantaloni corti

Non voglio i pantaloni corti (18.10.2013)

Ho intervistato un vecchio amico per la trasmissione televisiva CATIvideo in onda su TeleTicino e su youtube. Assieme abbiamo presentato un video di 4 minuti, realizzato 28 anni fa’, il Cantico delle creature cantato e rappresentato da un gruppo di “allora ragazzi” della colonia integrata che abbiamo cominciato a fare una quarantina di anni fa e che ancora oggi si ripete ogni estate, condotta da nuove generazioni, alcuni figli di quelli che l’hanno iniziata. L’intervista col video del 1985 è su youtube.


L’amico, Giordano, cinquantenne, da alcuni mesi è in clinica per un guaio all’anca che non vuol guarire e gli rende la vita difficile. Ma a rendergliela davvero difficile, non solo gli ultimi mesi, è un cromosama, il 21.
Abbiamo piacevolmente evocato davanti alle 5 telecamere che ci circondavano nel giardino dell’Ars Medica, l’avventura giovanile della produzione video in colonia a Melchsee-Frutt del cantico scritto da San Francesco in volgare, come ha voluto precisare. Momento di piacevole protagonismo di Giordano.
Per me c’era una sola nota stonata: l’abbigliamento. Giordano ha le gambe bendate e la cosa sarebbe passata inosservata se non avesse portato dei pantaloncini corti assolutamente fuori luogo per un cinquantenne che si fa intervistare in TV. Ma ancora una volta sottilmente ecco il tarlo della discriminazione legata all’handicap: con la trisomia 21 vanno bene i pantaloncini corti! Non si tratta di cascare nella trappola del “down è bello” perché non lo è per niente, alla faccia degli olandesi che hanno realizzato la miniserie TV Downistie per affermare questa stupidaggine.
Mi sono chiesto, nel caso fossi stato al posto di Giordano, impedito nella deambulazione e nell’autonomia dell’abbigliamento, se qualcuno avesse osato vestirmi coi pantaloncini corti per fare un’intervista televisiva in giardino, cosa avrei fatto? Probabilmente, non avendo un cromosomino impazzito, avrei trovato il modo per incenerire chi mi avesse trattato così.
Mi spiace Giordi, anche se tu eri tutto contento dell’intervista e fortunatamente non ti sei accorto di nulla.

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