venerdì 4 settembre 2015

La rete che aiuta

LA RETE CHE AIUTA

Alla giornata indetta dalla SUPSI “SOCIALMENTE: Le giornate di lavoro sociale” del 3 settembre 2015 per gli studenti di Bachelor mi è stato affidato il tema:

La rete che aiuta
Comunicazione in rete e comunicazione tradizionale


Nella comunicazione tradizionale la caratteristica determinante non è tanto il supporto, magari cartaceo, ma il rapporto che devo stabilire per ottenere quell’informazione, devo scoprire chi l’ha prodotta, dove si trovi ora, valutare la disponibilità e mettere in atto un sistema di trasmissione di quell’informazione a partire dal luogo di origine o dove risiede ora, biblioteca ad esempio, e permettere a me che posso essere anche all’altro capo del mondo, di poter accedere a quell’informazione. Magari dovrò fare un viaggio per incontrare qualcuno o procurarmi dei documenti che costituiscono l’elemento di conoscenza che sto cercando. Ciò che mi sembra definire questa modalità è la scala gerarchica che distingue nettamente chi detiene elementi di conoscienza, magari li ha creati, e chi ha bisogno di quegli elementi ma non ne dispone e deve riuscire ottenerli muovendosi in questa sorta di relazione di dipendenza.

Ciò che contraddistingue la rete rispetto alla comunicazione tradizionale è la non rilevanza dei luoghi di produzione o di deposito della conoscienza. Quando si naviga e si acquisiscono informazioni in rete si utilizza un sistema di connessioni attraverso nodi che costituiscono il sistema base di trasmissione della rete. Una informazione ci perviene a volte segmentata e proveniente da luoghi molto diversi ma al livello finale di fruizione l’informazione si presenta con caratteristiche unitarie  e coerenti che non dicono molto su dove e come questa sia stata prodotta (es torrent). In prima battuta non ci preoccupiamo mai del dato di origine, cioè del dove, come e quando si sia prodotto quell’elemento di conoscienza. Non dobbiamo quasi mai entrare neppure in relazione e tantomeno in una relazione di dipendenza con chi produce o detiene le informazioni che cerchiamo. Non c’è più un sistema gerarchico che condiziona il rapporto fra produttore di conoscenza e fruitore.
Il modello della comunicazione in rete rende partner virtuali indipendenti e paritari sia coloro che producono conoscenza sia coloro che ne usufruiscono, con la possibilità “assolutamente democratica” che anche chi fruisce possa dare un contributo costruttivo in termini di implementazione delle conoscenze originali. Wikipedia è l’esempio più evidente di questa concezione dove tutti possono contribuire alla conoscenza e al sapere disponibile per tutti.

Filantropia, autoresponsabilizzazione e Socialbusiness

La filantropia tradizionale che soprattutto su modello americano si è sviluppata nel ventesimo secolo e permane tuttora, consiste nel devolvere mezzi, generalmente pecuniari, a realtà indigenti, definite povere, dove le persone vengono sostenute con l’obiettivo di modificare lo stato di penuria di risorse per cui si è intervenuti. L’efficacia relativamente bassa di questo gigantesco dispendio di energie e risorse varie, credo sia dovuto a un errore metodologico: si separa il momento e il luogo della produzione della ricchezza dal momento e luogo della distribuzione di risorse partendo dalla constatazione di penuria di risorse. Questo modo di operare e concepire l’intervento solidale mantiene la persona indigente nella condizione di “oggetto” di attenzione da parte del filantropo che distribuisce beni, impedendo che questa si trasformi invece in “soggetto economico produttivo”. 

Si contrappone a questo modello filantropico fondato sulla penuria di risorse, un modello invece concepito a partire dalle risorse, anche minime, perché fanno diventare “soggetti” i poveri che si autoresponsabilizzano in un processo produttivo fondato piuttosto sulle capacità: il Social Business di Muhammad Yunus o il concetto di risorsa di Amartya Sen (Capability). Lo slogan che ormai da anni Caritas Ticino ripete è quindi: “I poveri possono uscire dalla loro situazione di indigenza se diventano soggetti economici produttivi”. (video attività Pollegio e Rancate)
La svolta, una scelta di campo, è nata dal concetto espresso dal vescovo Corecco nel 1992: “un uomo è più del suo bisogno”. (video CATISHOP.CH con tabellone)

Democratizzazione della rete e del modello fondato sulla disponibilità di risorse.

Mi permetto un parallelismo di natura funzionale tra la rete e il modello sociale fondato sulle risorse e sulle capacità anche dei più poveri di diventare soggetti economici produttivi. In quest’ultimo non si distingue gerarchicamente chi è ricco e chi è povero, perché il sostegno e l’aiuto di chi è ricco si limita alla creazione delle condizioni favorevoli dove la persona indigente si attiverà diventando il soggetto della sua rinascita che lo affrancherà dalla sua condizione di povertà. Non una situazione gerarchica ma paritaria fra due entità che potenzialmente producono benessere, ricchezza, attraverso le loro risorse. La prima mette la seconda nella condizione di sperimentare la propria capacità produttiva, condizione fondamentale per uscire dall’indigenza. Nella rete è un po' la stessa situazione "democratica" in quanto diventano
partner virtuali indipendenti e paritari sia coloro che producono conoscenza sia coloro che ne usufruiscono.

 Video "Muhammad Yunus"

 video di Caritas Ticino

English version of the video