giovedì 24 agosto 2023

Dalla benna al microfono

Una seconda vita a una chitarra vintage 12 corde 

Nella benna degli scarti di Caritas Ticino a Pregassona, al CATISHOP.CH ci sono oggetti che non si possono più recuperare. A volte si tratta di cose che potenzialmente si potrebbero restaurare ma il costo dell'artigianato è talmente elevato da rendere impossibile la lodevole operazione. Così è stato per una chitarra 12 corde con il manico spezzato all'altezza del capotasto. Cioè la meccanica coi piroli staccata dal manico.
Si tratta di una 12 corde Höfner del 1972 che ho trovato sul sito delle "German Vintage Guitar", modello "492 round shoulder 12", almeno così sembra. E ha alcune particolarità che mi sembra ne facciano una vintage un po' speciale: il manico montato senza colla ma con un meccanismo di fissaggio e poi una meccanica realizzata con una cura quasi maniacale. Oltre al fatto che il suono è molto interessante.


Il restauro da un liutaio penso sarebbe costato una fortuna ma per un pensionato, liutaio per divertimento, le cose non stanno così. Mio nipote Kim che ha capito tutto questo, ha salvato la chitarra dalla benna per la discarica e me l'ha data per farla rivivere.
Non avendo mai fatto una riparazione così impegnativa mi sono documentato su youtube, una fonte incredibile per imparare qualunque cosa o meglio provarci. Il problema di questa riparazione é che la tensione di 12 corde è enorme in termini di chili di forza di trazione, quindi bisogna che la meccanica sia in grado di sopportarla per rapporto al manico che è montato ad angolo. Altrimenti potrebbe spaccarsi nuovamente non reggendo lo sforzo.

Da youtube ho saputo che oltre a incollare bene i due pezzi bisogna fare un doppio rinforzo di legno, due spine, da incastrare in due scanalature. E queste due scanalature sono complicatissime da realizzare perché i due pezzi (manico e meccanica) sono incollati ad angolo e non in piano. È complicato spiegare la procedura ma mi sono inventato un sistema di due guide sollevate che mi permettessero di fresare in piano le due scanalature nonostante il manico e la piastra della meccanica fossero montate ad angolo.

Costruire le due spine è stato abbastanza facile.

Ho poi scalpellato e levigato l'eccesso delle spine di rinforzo rispetto alla forma del manico che va conservata per poter suonare scorrendo con la mano sinistra sul manico.
Ho restaurato anche la parte superiore della paletta con la meccanica.
E la meccanica mi ha impressionato per la fattura e le piccole soluzioni tecniche adottate: le scatolette dei piroli si incastrano una con l'altra e la prima in ogni fila di 6 è fatta diversamente, senza rialzo del piedino di avvitamento. E ovviamente le 2 viti iniziali sono più corte delle altre. Sono dettagli credo impensabili se non nel lusso più elittario.

Una particolarità che non ho mai visto su altre chitarre è appunto il montaggio del manico sulla cassa della chitarra senza incollatura ma con un meccanismo di bloccaggio. Ho  dovuto riassestare il sistema che era ormai scollato e un po' disastrato. Con un pezzo di lattina di birra ho fatto uno spessore per la spina metallica che permette l'incastro del fondo del manico.

Purtroppo il ponte non era completo, mancava la parte centrale, il vero bridge metallico, e nell'impossibilità di trovare un originale, l'ho adattato con uno di legno.
Sono molto contento del risultato e del suono particolarmente squillante e pulito, una 12 corde vintage decisamente di pregio.




Ma sulla marca Höfner, credo entrata nella storia delle chitarre europee, c'è una chicca: la chitarra che Jeff Beck (con gli Yardbirds) fa a pezzi gettando il manico al pubblico nella scena mitica del film cult Blow Up del 1966 di Antonioni, è una Höfner.

Blow up è una sorta di manifesto di un'epoca che ha contato molto nella mia vita. E esattamente oggi, 55 anni fa, il 24 agosto 1968 iniziava la nostra storia con Dani che ho sposato tre anni dopo nel 1971, un anno prima dell'uscita della 12 corde Höfner appena finita di restaurare.