giovedì 7 novembre 2024

Tombe rase al suolo

Dov'è la tomba di mio padre?


Mia sorella Ingrid recentemente è andata a portare dei fiori sulla tomba di nostro padre ma si è trovata davanti a un prato verde. La tomba è scomparsa.

Su questa vicenda a tratti incredibile ho scritto un articolo che ho mandato ad alcuni media. Eccolo.

Scopro che la tomba di mio padre non c’è più

“Risanare” i cimiteri facendo scomparire le tombe.

Una pratica che sembra piuttosto diffusa è quella di risanare zone del cimitero dopo ad esempio 20 anni facendo scomparire le tombe senza avere avvisato i parenti se non attraverso forme semi pubbliche ben poco accessibili a chi non abita accanto al cimitero. È capitato recentemente alla mia famiglia: i miei genitori sono stati sepolti a Caslano, la loro ultima residenza. Mio padre è morto nel 2001. Non abitando a Caslano le visite al cimitero non possono essere molto frequenti. Pochi giorni fa mia sorella è andata a portare dei fiori alle tombe dei genitori trovandosi davanti una situazione a dir poco scioccante: la tomba di mio padre è scomparsa e c’è un prato pronto per altre sepolture. Non bisogna essere esperti in tanatologia e psicologia per capire che trovarsi di fronte alla tomba di un genitore rasa al suolo possa creare una reazione che va dal disagio allo sconcerto se non all’angoscia. Non siamo attrezzati per metabolizzare la morte ma, come nella maggior parte delle culture, il lutto e il culto dei morti è la forma che ci siamo dati per gestirla. La tomba rappresenta il luogo dove ritrovarsi a ricordare o a pregare, un luogo estremamente importante dove peraltro le ossa rimangono ben più a lungo di 20 anni.

Far sparire una tomba senza avvisarci. Perché? Lo spiega il signor Lorenzo dell’ufficio tecnico di Caslano a mia sorella, quasi sorpreso e infastidito della lamentala in quanto un mese prima della demolizione era stato affisso un avviso all’albo comunale. E poi c’è il foglio ufficiale. Comunque su 59 tombe solo noi non ci siamo fatti vivi.

Il funzionario ha poi rassicurato mia sorella che per la tomba di mia madre non ci saranno sorprese, almeno per i prossimi 20 anni, perché il comune di Caslano non ha intenzione di fare nessun intervento al cimitero.

È evidente che chi abita a Caslano è stato avvisato dalla voce che sarà circolata e non perché tutti vadano a leggere quotidianamente gli avvisi dell’ufficio tecnico.

In un’epoca dove la mobilità è grande e pochi nascono, vivono e muoiono nello stesso paese, una comunicazione relativa alla distruzione di una tomba dovrebbe usare altri canali di comunicazione, e la comunicazione digitale avrebbe permesso di trovarci in pochi minuti.

Ciò che lascia perplessi e davvero senza parole è che disponendo di tecnologie sofisticatissime che ci permettono di comunicare con chiunque in qualunque momento, per evitare che la tomba di suo padre sia rasa al suolo senza saperlo, uno dovrebbe tener d’occhio costantemente un avviso cartaceo nella bacheca della casa comunale accanto al cimitero.

È il paradosso dell’ottusità grottesca della burocrazia che Douglas Adams ha ben descritto nel primo capitolo della “Guida galattica per gli autostoppisti” del 1979, diventato film nel 2005.


Sulla burocrazia secondo Douglas Adams

Visto che questo blog è intestato a uno dei libri che formano la "Guida galattica per autostoppisti" che ho citato alla fine dell'articolo, "So long, and Thanks for All the Fish", ecco il testo sulla burocrazia del 1o capitolo della Guida:


(versione originale inglese)
“But Mr. Dent, the plans have been available in the local planning
office for the last nine months.”
“Oh yes, well, as soon as I heard I went straight round to see them,
yesterday afternoon. You hadn’t exactly gone out of your way to call
attention to them, had you? I mean, like actually telling anybody or
anything.”
“But the plans were on display…”
“On display? I eventually had to go down to the cellar to find them.”
“That’s the display department.”
“With a flashlight.”
“Ah, well, the lights had probably gone.”
“So had the stairs.”
“But look, you found the notice, didn’t you?”
“Yes,” said Arthur, “yes I did. It was on display in the bottom of a
locked filing cabinet stuck in a disused lavatory with a sign on the door
saying ‘Beware of the Leopard.’

(Versione italiana)
- Ma signor Dent, è da nove mesi che i piani del progetto sono disponibili al pubblico, nel locale ufficio Viabilità e Traffico.
- Oh sì, sì! Be', appena ho saputo la cosa sono corso a vederli, ieri pomeriggio. Non è che vi siate sforzati molto di richiamare l'attenzione su quel progetto, vero? Vi siete ben guardati dal parlarne con chicchessia.
- Ma i piani erano visibili al pubblico...
- Visibili?! Sono dovuto scendere nello scantinato per vederli!
- Ma è quello l'ufficio di consultazione per il pubblico!
- E si deve consultare con la torcia elettrica?
- Oh già, si vede che le lampade si erano fulminate.
- Ma non mancava solo la luce. Mancava anche la scala!
- Insomma, avete trovato i piani?
- Sì - disse Arthur - sì. Erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello Attenti al leopardo.


I media ticinesi

Il Corriere del Ticino mi ha chiesto di ridurre dai 2770 caratteri a 2500 e poi, dopo una telefonata per verificare se avevo scritto proprio io il testo (!), lo ha pubblicato il 31 ottobre a pag. 32 nelle "lettere".



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La Regione mi ha chiesto una riduzione a 1800 caratteri, cosa che ho fatto, ma poi mi hanno telefonato per verificare che fosse un testo in esclusiva, é il loro regolamento. Quindi non essendo in esclusiva e non potendolo pubblicare, mi hanno suggerito di scrivere un nuovo testo per loro sul tema. Ho quindi riscritto un testo proprio per La Regione.

Dove è finita la tomba di mio padre?

Nell’avvicinarsi della ricorrenza dei morti la comunità si raccoglie nei cimiteri in preghiera o in meditazione di fronte all’ultima dimora di chi ci ha lasciato e molti desiderano abbellire le tombe dei propri cari.

Ma può succedere che andando a portare un mazzo di fiori ci si trovi di fronte a un prato verde perché le tombe sono state rase al suolo. È successo a me: la tomba di mio padre morto nel 2001 e sepolto a Caslano, è stata recentemente spazzata via dalle ruspe.

Dopo lo sconcerto e l’incredulità, nel tentativo di capire cosa fosse successo, ci si è rivolti all’ufficio tecnico ed ecco la spiegazione: “lavori periodici di risanamento” ma un mese prima è stato affisso un cartello all’albo comunale oltre alla segnalazione sul foglio ufficiale. E relativamente alle 59 tombe da distruggere sembra che solo la nostra famiglia non si sia presentata a recuperare la foto di mio padre sulla lapide. Non abitiamo a Caslano e evidentemente non eravamo al corrente.

E sembra che questa pratica di informazione carente, ridotta a qualche cartello, sia abbastanza diffusa e che siano numerosi nel corso degli anni gli episodi come il nostro; un esempio recente è descritto su La Regione del 24.10.2024 “Spurgo al cimitero senza comunicazione ai parenti”.

Ma ciò che sconcerta è la questione della comunicazione che in un’epoca altamente tecnologizzata permette di fare cose incredibili; e certamente trovare il mio recapito a partire dal nome di mio padre è una performance di ben poco rilievo. Con qualche domanda a ChatGPT a partire dal nome di mio padre, ad esempio, sono riuscito a trovare una relazione diretta di mia figlia con il nonno!

Ma l’ottusità della burocrazia è solo il risultato di un pensiero senza orizzonti e prospettive, e anche l’intelligenza artificiale lo sa. 

La Regione lo ha pubblicato il 5 novembre a pag.16 nelle Opinioni.



La cosa divertente é che, dovendo riscrivere la storia, ho pensato alla ricerca online dei parenti di un defunto e ho chiesto a ChatGPT di trovare quelli di mio padre Ignazio. Dopo qualche domanda di approfondimento ha trovato mia figlia Alice. Ecco il testo di ChatGPT:
Per il cognome Noris in Ticino, ci sono informazioni limitate, dato che è un cognome piuttosto raro. Tuttavia, una persona di nome Alice Noris, che vive a Lugano, è attiva come trombonista e organizza eventi culturali tramite l'associazione “Materiale Elastico”. Ha lavorato tra Svizzera, Europa e Stati Uniti in diversi contesti musicali e recentemente è tornata in Ticino, dove prosegue la sua carriera musicale e culturale.

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Ho mandato il testo anche a catt.ch pensando al sito online ma questi dopo qualche trattativa da parte mia per avere il mio finale che loro volevano tagliare (e in realtà l'hanno comunque "edulcorato"), lo hanno pubblicato nell'inserto di "Catholica" del Corriere del Ticino il 2 novembre col titolo "Problemi comunicativi e burocratici?", quindi due giorni dopo la pubblicazione nelle "lettere" del CdT. Ma nessuno probabilmente se ne è accorto.

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Alcuni giorni dopo il primo contatto coll'ufficio tecnico del comune di Caslano, un funzionario ha chiamato mia sorella dicendo che avevano ritrovato la foto della tomba di mio padre. Chissà magari gli articoli di cui sopra hanno favorito il ritrovamento.

Caro papà Ignazio, dopo 23 anni riesci a far parlare di te. Ti ricordiamo con affetto.

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Pensavo che la vicenda fosse chiusa mentre una signora che a Caslano ha vissuto la stessa cosa ha scritto al CdT che ha pubblicato la sua lettera a pag. 29 mercoledì 13 novembre

E un giornalista del CdT domenicale mi ha telefonato perché vuol fare un articolo su queste procedure e desidera una mia foto al cimitero di Caslano.
Così sono andato al cimitero di Caslano a fare la foto. Ed ho scoperto che c'è una lapide con tutti i nomi dei defunti di cui non ci sono più le tombe.
Ed ecco l'articolo con la foto sul CdT La Domenica del 24.11.2024. Con diverse licenze poetiche del giornalista riguardo al sottoscritto, che chi mi conosce trova facilmente. Niente di grave
Testo dell'articolo

Scomparsi due volte

Da Caslano a Bellinzona, le sepolture rimosse «a insaputa» dei familiari non sono così rare

DI Davide Illarietti

FOTO DI Gabriele Putzu

Non ci sono più da tempo. Ma adesso, è come se ci fossero ancora di meno. Il padre di Roby Noris, ex direttore di Caritas Ticino, era sepolto al cimitero di Caslano fino a tre mesi fa. Poco lontano dalla madre, che riposa ancora oggi qualche fila più in là e a cui il figlio ha portato dei nuovi fiori mercoledì mattina.

«Avere un posto dove ritrovare i propri cari fa sentire bene» dice Noris davanti alla tomba della signora Tosca, passata a miglior vita dice la lapide - nel 2009. Anche lei non c’è più. Ma la sepoltura è allo stesso posto da vent'anni e per i figli in qualche modo è una forma di certezza. È rimasta vicina al marito Ignazio, deceduto otto anni prima di lei e sepolto nello stesso cimitero, fino all'ultimo sgombero annunciato dal Municipio a fine agosto: allora è scomparso una seconda volta.

Dov'è finito? Il mistero è venuto a galla poco prima delle festività dei morti. «Mia sorella è venuta a rendere omaggio ai nostri genitori e non ha più trovato la tomba del papà» spiega Noris. «Al suo posto c’era un prato verde ». Adesso è cresciuta l'erba dove un tempo riposava il signor Ignazio e il figlio guarda il prato con aria sconsolata.

«Nessuno ci ha contattati»

La famiglia ha contattato immediatamente il Comune e il mistero è stato risolto in fretta. Ogni vent’anni le tombe vengono rimosse per creare spazio per i nuovi arrivi. Cinquantanove sepolture risalenti a prima del 2004 dovevano essere «spurgate» e l’avviso è stato esposto all’albo comunale e pubblicato sul foglio ufficiale, per permettere agli eredi di farsi avanti e recuperare i resti per la cremazione. «Nessuno si è preso la briga di contattarci, bastava prendere il telefono» lamenta Noris.

La sorpresa poco piacevole non è toccata solo a Noris. Anche Lucia Bertoli ha trovato il vuoto al posto della tomba paterna sempre nel cimitero di Caslano. «Mi sono arrabbiata e ho subito chiesto spiegazioni a degli operai che ho trovato sul posto» racconta la 73.enne che oggi vive a Montagnola e ha scritto al Corriere del Ticino le proprie lamentele pochi giorni dopo Noris. «Gli operai sono stati gentili e mi hanno riconsegnato degli oggetti ornamentali con cui avevo decorato la sepoltura con le mie sorelle ». Per le rimanenze terrene di suo padre invece non c’era niente da fare: sono finite nell’ossario comune, assieme a quelle di Ignazio Noris.

Una quindicina non pervenuti

La stessa sorte, spiegano al servizio cimiteriale di Caslano, è toccata a una quindicina di defunti di cui non risultavano eredi o non si sono presentati all’appello. «Non abbiamo avuto lamentele prima d’ora» spiega il funzionario incaricato presso il Municipio. Negli ultimi dodici anni a Caslano sono state sepolte 550 persone e dissepolte meno di un centinaio (questo è il terzo spurgo dal 2006, il prossimo è previsto tra non meno di una ventina d’anni). «In quest’ultima occasione abbiamo contattato una quarantina di famiglie e preso nota di tutte le richieste relative agli arredi cimiteriali, che abbiamo conservato in caso qualcuno voglia venire a prenderli. Solo in cinque casi gli eredi hanno chiesto la cremazione del defunto. Per il resto siamo dispiaciuti, ma non possiamo correre dietro a tutti».

Problema diffuso

È vero che, con l’evoluzione demografica degli ultimi decenni, la mobilità geografica in Ticino è aumentata: sono molte le famiglie disperse in comuni diversi da quello d'origine dei genitori. Non è improbabile che gli eredi «non raggiungibili» con mezzi tradizionali siano più frequenti di quanto s'immagini. I cimiteri hanno bisogno di spazio e la procedura per liberarlo da Locarno a Lugano (vedi sotto) è la stessa. A Camorino uno spurgo parziale dei loculi condotto nei mesi scorsi ha suscitato un «diffuso malumore» tra i familiari dei defunti, venuti a conoscenza dell’intervento solo dopo che le urne cinerarie erano state rimosse: il caso è stato sollevato con un’interpellanza dal consigliere del Centro Pietro Ghisletta.

Anche qui, per 107 dei 345 loculi spurgati dal 2023 (tra Camorino e Bellinzona) gli eredi non erano noti. Nell’ossario comunale sono così finite 124 urne che nessuno finora ha ancora ritirato, fanno sapere dai servizi competenti. «Siamo consapevoli della delicatezza di questi interventi e per questo facciamo ricerche accurate. Qualsiasi Comune grande o piccolo è confrontato con questa problematica». Le risposte all’interpellanza invece arriveranno domani in consiglio comunale e - perché no potrebbero interessare anche gli «scomparsi» di Caslano e di chissà quanti altri cimiteri ticinesi.

RIMOZIONE DI MEMORIA

Solo nella Turrita sono 124 le «urne di nessuno», a Lugano per 22 defunti non si trovano gli eredi


martedì 5 novembre 2024

Una poltrona per Mila

Costruire una Joe Plush dalle foto


Nel 1970 tre architetti, Jonathan De Pas, Donato D'Urbino e Paolo Lomazzi, creano in Italia una poltrona in pelle chiamata Joe a forma di guanto da baseball in onore di Joe DiMaggio. Con una variante più femminile in tessuto chiamata Joe Plush. 

In primavera 2024 io e Dani passeggiavamo con la nostra nipote dodicenne Mila a Zurigo e proprio sotto casa sua in una vetrina troneggiava una Joe Plush rosa. Ci disse che quella poltrona era il suo sogno, ben poco realizzabile visto che costa dai 10 ai 20'000fr a seconda del negozio.
L'ho guardata e riguardata e mi son detto che forse non era più difficile da costruire degli strumenti che ho realizzato da quando sono in pensione, come ad esempio l'ultimo, un violino elettrico di plexiglas con 16 corde.
Lei, incredula, era ovviamente entusiasta all'idea che gliela fabbricassi. E cinque mesi dopo eccola in camera sua. Credo che il suo quartiere di Zurigo ora abbia la più alta concentrazione di Joe Plush al mondo.

È leggermente più piccola dell'originale e ha il "mignolo" piegato maggiormente in orizzontale, cosa che, se all'inizio poteva sembrare un difetto, adesso é chiaro che facilita l'utilizzo da "letto".



Ma raccontiamo dall'inizio la storia della realizzazione della nostra Joe Plush. Ecco la vetrina sotto casa di Mila dove tutto è cominciato.

E in sintesi ecco le diverse fasi della costruzione:

1. Progetto e disegni


2. Costruzione struttura portante di legno


3. Costruzione delle dita di spugna


4. Taglio e cucitura delle due fodere

E in dettaglio.
Progetto e disegni

Ho raccolto molte foto da angolazioni diverse per poter capire la  forma delle 5 dita e la loro posizione.
Ho preso un modello di poltrona design "Bibambola" nel salotto di Mila e ho sovrapposto la foto della Joe Plush. Da quella sovrapposizione ho estrapolato le diverse misure. Credo che il risultato, pur mantenendo le proporzioni delle dita sia più piccolo dell'originale che forse non ci starebbe nella sua camera. 

Costruzione struttura portante di legno
Ho tagliato la base e i pezzi che avrebbero costituito le dita, a partire dal legname con cui più di trent'anni fa avevamo costruito un grande tavolo ovale per riunioni da 30 persone in Caritas Ticino, poi dismesso dato che era enorme.


Ho collegato provvisoriamente le diverse parti cercando di capire se le dita avrebbero resistito al peso considerata l'inclinazione. I triangoli di sostegno mi sono sembrati adeguati alle sollecitazioni future e sono passato alla costruzione definitiva. Prima la base e poi le dita. I tagli quasi tutti con inclinazioni diverse non sono stati sempre facili e spesso sono stati necessari adattamenti in corso d'opera. 

Costruzione delle dita di spugna
Si è trattato di tagliare ogni metà dito incollandolo sulla struttura di legno in modo da avere l'anima di legno centrale in ogni dito circondata da spugna incollata. Ho utilizzato spugna da materasso normale per la maggior parte della forma delle dita e della base per sedersi; ma poi ho ricoperto tutte le superfici dove ci si appoggia, con uno strato di spugna "memory" che è molto soffice e si adatta alla forma di ciò che la comprime. Al tocco quindi la sensazione è piacevole sia sedendosi sia appoggiandosi alle dita. Lo strumento fondamentale per questa fase del lavoro è stato un coltello elettrico per la carne che taglia benissimo tutti i tipi di spugna permettendo di modellarla arrotondando gli angoli. Ho usato 6kg di colla a contatto.

Da un primo test con Elia (papà di Mila) ci siamo resi conto che dal sedile si tendeva a scivolare in avanti sulla destra. Ho alzato allora, inserendo spugna e anche un assetto di legno, la base del sedile sulla destra.

Così ha passato il test con Mila


Taglio e cucitura delle due fodere
Ho imparato a cucire a macchina per poter fare questo lavoro; mi sono accorciato T-shirt e pantaloni, fatto una fodera per cuscini e quando più o meno mi è sembrato di aver capito come funziona, mi sono lanciato. La prima sfida è stata quella di immaginare la fodera come un guanto che normalmente per essere calzato bisogna stringere le dita. Non essendo possibile allora ho comperato cerniera a metri, 5m grigia per la prima fodera di "contenimento" e 5m rosa per la fodera esterna decorativa. La fodera grigia oltre  ad essere quella che contiene la spugna, mi é servita per capire tutti i problemi che avrei avuto nella realizzazione della seconda fodera rosa. La difficoltà ovvia è che non si può fare un cartamodello o un disegno, vista la forma totalmente irregolare e non simmetrica. Quindi si è trattato di ricoprire a pezzi ogni dito e il sedile attaccando progressivamente pezzi on spilli e imbastitura. Numerosissime le prove togliendo e rimettendo la fodera che quando è completa delle 5 dita è davvero molto complicata da posare, anche perché mancano veri punti di riferimento. Alla fodera completa ho applicato le cerniere ed è stata un'avventura. Ho persino guardato un tutorial per capire come usare una cerniera tagliandola a pezzi, inserendo il meccanismo. Sembra un giochino ma in realtà bisogna imparare anche quello. 

La prima fodera non aveva bisogno di un risultato esteticamente preciso visto che non la vedrà mai nessuno, e questo mi ha permesso di fare esperimenti di cucito per capire come realizzare la seconda fodera rosa a vista. Fodera che fra l'altro è stata difficile da trovare volendo un colore piacevole, una stoffa vellutata soffice a un prezzo ragionevole. Alla fine Dani ha trovato delle grandi coperte che andavano proprio bene, e con 5 abbiamo finito il lavoro e ne é avanzata una in cui Mila si avvolge mimetizzandosi nella sua Joe Plush.

La decorazione che imita la cucitura del guanto da baseball con anelli che si fissano alla stoffa schiacciandoli con alcuni attrezzi fatti apposta, forniti come quasi tutto da Aliexpress.

Prima prova della Joe Plush praticamente finita, Mila e mamma Nora, a Vaglio in tisaneria.

Elia mi ha suggerito l'idea di fare anche la palla (da baseball) rosa che, di per sé, esiste solo per la Joe in pelle. Così ho preso una palla da ginnastica del diametro di 65 cm e ho fatto il rivestimento con la stessa stoffa rosa della poltrona, da usare anche come poggia piedi. Credevo fosse semplicissimo costruire una palla di stoffa partendo dal diametro ma non è così. Pensavo di trovare la formuletta per fare gli spicchi giusti e invece dopo lunghe ricerche ho trovato un video che mi ha permesso di realizzare la palla anche se con qualche difficoltà del tutto inaspettata.

Ecco in sintesi come fare una palla, con 7 spicchi:

Misure rettangolo: AB=circonferenza/2 (182/2=91)
EF=circonferenza/7 (182/7=26)
AC=EF/2 AE=EB=AB/2

1. disegnare semicerchio con centro in C raggio:CE
2. disegnare semicerchio con centro in E raggio:EC
3. disegnare l’intersezione dei due semicerchi trovando il punto G
4. disegnare il primo lato dello spicchio CED con raggio:GE
5. disegnare specularmente il punto H
6. disegnare il secondo lato dello spicchio CFD con raggio:HF (HF=GE)

Ma il disegnino del video si riferisce a una pallina di 28cm mentre la mia ha una circonferenza di 182cm ed è un'altra storia disegnare lo schemino per trovare lo spicchio da riprodurre. Ho dovuto spostare il tavolo in cucina e srotolare diversi metri di carta da pacco, fissarla al pavimento e usando una corda, un chiodo e una matita ho avuto il compasso gigantesco per disegnare il mio spicchio da riprodurre 7 volte.


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Dimenticavo di svelare che sul fondo della poltrona oltre ad essercii tiranti che permettono di tendere le due fodere, c'è un luogo segreto in cui si trovano: il kit di riparazione con le stoffe e i fili grigi e rosa, e il soffietto per gonfiare la palla e il tappo di ricambio.

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E avendo usato la nostra vecchia macchina da cucire con pretese quasi industriali, la poveretta si é bloccata sul finire del lavoro. È stata così l'occasione per comperare una bella macchina da cucira che va benissimo e soprattutto ha la velocita lentissima che permette di fare cose complicate, come ad esempio una Joe Plush!

E cosi gli ultimi ritocchi li ho fatti nella mia nuova postazione su misura.

L'ultimo capitolo è il trasporto della Joe Plush a Zurigo.
Il caricamento sul furgone a Vaglio con l'aiuto di mio nipote Kim che ha avuto un ruolo importante fra le quinte: mi ha trovato il legname e una quantità notevolissima di spugna normale e di memory.

Trasbordo a Zurigo su per le scale con Gioacchino e Basilio che si sono uniti a noi per concludere l'avventura Joe Plush.

Lo spacchettamento.

La Joe Plush è al suo posto, la camera di Mila.

sabato 2 novembre 2024

La morte di una giovane collega

Alessandra se ne è andata

In punta di piedi, discreta come ha sempre vissuto, se ne è andata oggi. Così lo ha comunicato la mamma 


La settimana scorsa, giovedì coi colleghi di Caritas Ticino ci si è trovati a Cadro nella chiesa di Sant'Agata per una Messa celebrata da don Willy Volonté proprio per lei e per le persone sofferenti a noi vicine. Non lo sapevamo ma é stato una sorta di addio.
La stupenda omelia di don Willy ricordando il vescovo Eugenio Corecco.

40 anni fa il vescovo Eugenio ci era stato vicino in una esperienza drammatica di accompagnamento alla morte di un bambino di tre anni di nostri amici. Avevamo pregato in tanti per molti giorni. Il vescovo Eugenio ci aveva detto che quel bambino aveva compiuto il suo destino che forse era stato quello di metterci assieme a pregare in quel modo.
Mi piace pensare che Alessandra, una bella persona, sempre sorridente e appassionata della vita, abbia compiuto il suo destino che forse é quello di aiutarci a diventare migliori.