Il mio Kucho di Okinawa per salutare Martino
Mi sono costruito un Kucho di cui ho scoperto recentemente l'esistenza. Ho un Kokyu giapponese, stessa forma del famoso Shamisen ma molto più piccolo e da suonare con l'arco. Peregrinando in rete per saperne di più ho notato che spesso scrivono che è l'unico strumento giapponese ad arco. Ma poi ho scoperto che a Okinawa hanno un cugino del Kokyu che ha la cassa come una tazza di legno ricoperta da pelle di serpente, e si suona con l'arco.
Ho trovato poche informazioni e pochissimi video su youtube, anche scrivendo il nome dello strumento in giapponese. Questo forse mi ha intrigato ancor di più. E ho deciso di costruirmene uno. Eccolo. Ed ecco il percorso per arrivare allo strumento finito. Per prima cosa ho cercato di stabilire le dimensioni e le proporzioni partendo dalle immagini di confronto fra Kucho e Kokyu che ho potuto misurare, avendolo.
Ho preso un pezzo di mogano che mi era rimasto dalla costruzione del Kyl Kyak e con diversi scalpelli ho scavato l'interno della "tazza", mentre con strumenti meno faticosi come la piallatrice elettrica ho modellato l'esterno. Secondo capitolo: il manico. Ho comprato su Ebay uno Shamisen rotto per pochi dollari per recuperare il manico da trasformare e ridurre alle dimensione del Kucho. Questo genere di manico è generalmente fatto di tre parti smontabili. Togliendo la parte centrale la dimensione era quasi giusta ma mancavano un paio di centimetri per avere i 31 cm dal capotasto alla cassa. Allora ho costruito una sorta di prolunga sempre in mogano.
E col terzo pezzo del manico che avanzava ho fatto la prolunga del piede. Un'operazione piuttosto complicata per riuscire a bucarlo correttamente. |
E l'altra difficoltà relativa al manico è stata la trasformazione da tre a quattro corde, creando lo spazio per il quarto "Pirolo" (peg) nella "Voluta" (Pegbox) prevista per le tre corde dello Shamisen. |
Ma torniamo alla tazza che è stata bucata da due parti per infilare il manico. La difficotà stava nel trovare la posizione esatta perché l'inclinazione del manico e quindi delle corde risultasse giusta e si potesse suonare.Capitolo speciale è quello della pelle di serpente che è ovviamente impossibile da trovare. Esistono pelli sintetiche che imitano molto bene anche le squame del serpente ma ho dovuto accontentarmi di una imitazione sintetica che ha comunque il rilievo delle squame. Purtroppo però non si riusciva a tenderla sufficientemente per avere l'effetto "tamburo" necessario per sostenere la pressione del ponticello e delle corde. Allora ho imbrogliato: ho incollato con colla epoxidica a due componenti una pelle di capra autentica che dopo essere stata bagnata si tende perfettamente. Sopra questa ho incollato la finta pelle di serpente con colla a contatto sulle due superfici.
"Esteticamente" non ci si accorge del trucco e dal profilo del suono funziona perfettamente. Per completare il Kucho ho dovuto costruire il quarto "peg" per la quarta corda e il ponticello di bamboo. E proprio mentre finivo di costruire il ponticello e lo regolavo, nel primo pomeriggio del 2 marzo 2022 nasceva mio nipote Martino, figlio di Giulia e Gioacchino. Non potevo non dedicare a lui le prime note del mio Kucho come benvenuto.