Buon compleanno a me. 65 il 29 luglio 2014
Il mio 65esimo compleanno è stato veramente molto speciale. In ufficio ho avuto alla mattina una simpatica festicciola con regali che però ne nascondeva un'altra a sorpresa alla sera. Sono stato portato dai miei figli in un ristorante indiano a Locarno e poi a uno spettacolo di falconeria: una esperienza straordinaria di vicinanza a una espressione della natura dove eleganza, velocità e virtuosismo si intrecciano in questi rapaci che, visti da vicino (sfiorano le teste degli spettatori sorvolandoli), non assomigliano affatto a quelli dei documentari che abbiamo visto tutti.
Intanto un esercito di colleghi e di amici, con mia moglie Dani, rifinivano i dettagli della mia festa a sorpresa di cui non ho avuto il benché minimo sospetto. Ogni dettaglio era stato curato affinché ci cascassi e così è stato. Mi sono trovato così in mezzo a un mucchio di gente che mi aspettava per far festa ed è stata un'esperienza piacevolissima da restare senza parole. Una condizione inabituale per uno come me che ha sempre una parola da dire. Un regalo straordinario di amici, parenti e colleghi di Caritas Ticino mi ha rituffato in quel mondo onirico e artistico costellato di emozioni e di grandi personalità che mi hanno accompagnato in tutta la mia vita. Una di queste è Giger,
scomparso recentemente, famoso per essere il creatore di Alien ma in effetti uno dei migliori interpreti del cambiamento epocale iniziato negli anni sessanta a livello di comunicazione artistica. Il suo universo biomeccanico perfettamente sincronizzato con le espressioni musicali (la copertina di un famoso LP di Emerson, Lake and Palmer) mi ha fatto sognare per anni.
Mi hanno regalato la statua intitolata Guardian Angel di H. R. Giger. Un angelo custode fuso con un sax, potrebbe essere quello di Jan Garbarek, chissà.
La statua era accompagnata da una publicazione speciale che riporto (senza le pagine con le firme e dediche di tutti i partecipanti e sostenitori).
Poi ho ricevuto anche altri apprezzati regali e in particolare a livello famigliare sono stato gratificato di attenzioni e cose meravigliose come un Ipad mini, una sedia uovo versione "Aviator" e una Vichitra Veena (gigantesco e antico strumento indiano a corde senza tasti).
Siccome sono rimasto davvero senza parole...riconoscente a tutti, chiudo qui.
PS: Sopra la porta del museo di Giger a Gruyère c'è una versione del "Guardian Angel
STRAGI: ADDOMESTICARE LA MORTE (22.7.2014)
Con la morte forse si può giocare a scacchi (Settimo sigillo di Bergman) ma non addomesticarla.
3 anni fa la strage di Utoya in Norvegia
3 anni fa come oggi 22 luglio in Norvegia la strage di Utoya con 77 vittime come ricorda il quotidiano norvegese online in inglese TL The Local
Pochi giorni dopo ero in Norvegia con Dani e ci siamo imbattuti in una chiesa di Oslo, in una sorta di pellegrinaggio silenzioso di un mucchio di ragazzi che ricordavano in quel modo i compagni morti nella strage. Facce di giovani che non esprimevano la carica e la gioia di vivere le vacanze estive ma solo sguardi attoniti e lacrime di chi non capisce perché, non si da' pace, non trova risposte. Siamo rimasti a lungo a guardarli, forse a condividere un po' di quella sofferenza che nelle stragi diventa fatto pubblico e non solo privato.
Come per i parenti delle vittime di un aereo di linea della Malaysia Airlines Flight 17 abbattuto in Ucraina da un missile russo. 298 persone che non conosci, senti lontane, fino a quando il New York Times non pubblica le facce e le storie di una trentina di loro. E allora diventano presenti come se li conoscessi. Ci hanno fabbricati male e la morte possiamo solo metabolizzarla facendo il lutto ma mai veramente addomesticarla. I bambini ammazzati nella striscia di Gaza in questi giorni sono meno presenti personalmente perché di loro si pubblica solo qualche foto raccapricciante ma non ci sono né nomi né storie. Sembrano un po' più lontani. Il linguaggio politico disumanizzato li ha definiti "uninvolved" non coinvolti (cioè non terroristi armati invece di vittime civili) come racconta un articolo del New York Times e qualcuno mi pare scrivesse a proposito del loro desiderio di suonare il piano, come i nostri figli o i nostri nipoti che non vengono ammazzati sulle spiagge dalle bombe dei vicini.
Oggi qualcuno ha twittato questa vignetta
Il mio desiderio di essere bene informata è continuamente in contrasto col mio desiderio di rimanere sana di mente