La condizione del pensionato pienamente realizzato
Non bisognerebbe vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato ma 5 mesi sono già un buon periodo per una prima valutazione di questa nuova e particolarissima condizione: l'essere pensionato.Per tutta la vita infatti il ritmo e le azioni da compiere sono ben determinate da tutta una serie di forme di condizionamenti, magari scelte liberamente, ma comunque che mantengono in binari precisi: dall'asilo, la scuola, l'università, il lavoro, la famiglia e le responsabilità che aumentano, più o meno tutto è codificato e "scheduled" (cioè in agenda).
Da pensionato invece per la prima volta scegli tutto quello che ti interessa, o magari è importante fare, ma trasformando l'agenda elettronica solo in un mezzo funzionale a una buona e piacevole organizzazione. Non essere più obbligati o costretti a fare quasi nulla di tutte le cose che occupano la propria giornata da pensionato: se alle 3 del pomeriggio mi scarico un concerto posso permettermi di guardarlo e ascoltarlo fino alla fine, oppure posso andare a cercare una certa scena di un film e poi riguardarmelo tutto su grande schermo con suono da cinema. E se leggo una notizia intrigante posso dedicare ore andando a cercare tutto quello che le testate di mezzo mondo hanno scritto e poi sceglier di leggere o tenere in sospeso, articoli che prima della pensione non avrei mai avuto il tempo di leggere. Cercare ad esempio tutto quello che ha composto e/suonato un musicista appena scovato quasi casualmente, perché ha lavorato con qualcuno che conosco, e passare ore o giorni a curiosare, ascoltare, copiare, senza dover smettere perché posso farlo, è assolutamente straordinario. È magnifico.
Credo che la cosa più interessante di questa nuova condizione stia nella possibilità di soddisfare l'insaziabile curiosità dl sapere cose nuove, affascinanti, prendendosi il tempo per scoprire ed assaporare il "bello".
Non ho mai vissuto voltandomi indietro a guardare il passato e non credo che comincerò adesso a farlo anche se sembrerebbo doveroso, insomma d'obbligo, perché ci sono troppe cose affascinanti da scoprire. Comunque ogni tanto mi ritrovo anch'io a guardare indietro, come nell'intervista che "Il Ceresio" ha pubblicato nel numero di maggio, dandomi uno spazio enorme che non ho mai avuto in tutta la mia carriera per raccontare cosa penso e cosa ho fatto.
Ed ecco l'intervista