SHUTDOWN e media elvetici (4.10.2013)
Forse mi è sfuggito ma non mi è capitato di vedere nessun riferimento
sui nostri media delle conseguenze dello shutdown americano su persone
ammalate che per uno strano meccanismo amministrativo non possono
accedere alle cure a cui credevano di avere diritto fino a pochi giorni
fa. Mi ha colpito che i nostri media non si siano accorti che c’era di
che far piangere un po’ il nostro pubblico e invece si siano persi nel
raccontarci i disagi dei turisti svizzeri che “con un po’ di pazienza potranno visitare tutto quello che avevano previsto”, almeno così si è espressa al TG una operatrice turistica d’oltre Gottardo. Invece niente intervista della CNN alla bella mamma giovanissima, malata di cancro che sorride alle telecamere denunciando il fatto che le cure che doveva iniziare sono state bloccate dallo shutdown.
Ho twittato la cosa a quelli del GdP così magari il nostro giornale
cattolico sarà l’unico a mostrare un po’ di attenzione a questi risvolti
che, anche se non toccano cifre enormi di ammalati, lasciano per lo
meno perplessi sui criteri di scelta dei nostri media. O è stata solo
una svista?
2 commenti:
Commento di Basilio Noris, ottobre 2013.
La cosa interessante è che se nei media elvetici uno puo' sempre dirsi "meglio a loro che a noi", un fenomeno molto simile si vede nei media statunitensi (il piu' flagrante: Fox News che dice "Voi avete sentito una differenza da quando il governo ha chiuso bottega? Noi non abbiamo sentito nessuna differenza!". E a questo proposito... https://tinyurl.com/phhesmt
Reply ottobre 2013
abitudine e assuefazione funzionano negli umani anche sulle cose più
terrificanti. Meccanismo primitivo di sopravvivenza poco esaltante in ordine alla
sopravalutazione del libero arbitrio.
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