mercoledì 26 marzo 2014

pensiero economico/sociale

C.Y.Z. Un pensiero economico/sociale nel solco della Carità (26.3.2014)

Ogni tanto nell'elaborazione di idee che si concatenano e si sviluppano nel tempo, è come se si illuminasse un'immagine di sintesi che è il logico risultato di un percorso di approfondimento. L'immagine del triangolo C.Y.Z fra Corecco, Yunus e Zamagni per me è una di queste sintesi felici.


Dall'editoriale della rivista Caritas Ticino di aprile 2014

L’idea centrale di tutta l’impostazione del nostro impegno socio-caritativo, fondata sul concetto di risorsa e non su quello ben più diffuso e osannato di penuria, lo ritroviamo in numerosi interventi e commenti che girano intorno ad un triangolo di saggi che ci hanno permesso di capire e approfondire questo nodo fondamentale per tutto il nostro lavoro sociale: il vescovo Corecco, il Nobel per la pace Yunus e l’economista Zamagni. Il vescovo Eugenio Corecco ha segnato la nostra svolta spazzando via l’idea che il bisogno definisca una persona, Mohammad Yunus ci ha convinto che tutti hanno il potenziale per diventare soggetti economici produttivi e Stefano Zamagni ci ha garantito che le risorse ci sono, il deficit è nelle istituzioni, insomma "ce n’è per tutti". Tre personaggi che ci hanno regalato un pensiero sano, che ci aiuta ogni giorno a coniugare carità evangelica e prassi economico/sociale negli incontri quotidiani con chi è messo da parte e ci chiede "perché". È tutto su youtube, disponibile 24/24.

XYZ sono tre variabili, C.Y.Z. sono i nostri punti fermi.
C.
Il percorso per arrivare a questo triangolo di sintesi è iniziato nel 1992 al convegno del 50esimo di Caritas Ticino con la relazione del vescovo Eugenio Corecco quando disse fra l'altro che è "limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno". Questa affermazione introduceva una novità nel tradizionale sguardo caritativo o solidale fondato essenzialmente sul "bisogno". L'errore di questo riferimento nodale al bisogno sta nel suo presupposto di penuria, di mancanza di risorse, "non ce n'è per tutti", che impedisce di considerare l'idea di "sovrabbondanza" o di eccedenza dell'amore di Dio a cui faceva riferimento Il vescovo Eugenio, ma in termini laici di pensare che una persona è prima di tutto una risorsa, perché è portatrice di risorse, e non è costretta per sempre nella condizione di vittima passiva dell'ineluttabile.
Y.
Mohammad Yunus, Nobel per la pace, promuove da quasi 40 anni un concetto di Social Business che sostanzialmente si fonda sull'idea che le risorse potenziali delle persone indigenti sono un motore straordinario per diventare soggetti attivi di un sistema economico. L'incontro con i suoi libri, su cui abbiamo lavorato, ci ha permesso di fare un passo ulteriore nell'affrontare la sfida alla povertà come una battaglia sul fronte economico dove gli attori si affrancano dalla povertà diventando soggetti economici produttivi. Questa sia nei paesi più disastrati come il Bangladesh dove Yunus ha iniziato la sua opera, sia nei paesi avanzati dove la povertà si esprime come esclusione sociale.
Z.
Stefano Zamagni, economista, stretto collaboratore di papa Giovanni Paolo II nella stesura dell'enciclica "Caritas in veritate" costituisce una sorta di terzo pilastro di quel triangolo che sintetizza la visione socio-economica di Caritas Ticino. Ha collaborato con noi nella realizzazione della serie viodeo (102 puntate) "Il pensiero economico in Caritas in veritate" e ci ha condotto in un percorso di approfondimento del pensiero economico di cui è permeata la dottrina sociale della Chiesa. In un video ad esempio chiariva benissimo l'idea che dal secolo scorso non si può più imputare la povertà alla mancanza di risorse, perché le risorse ci sono per sostenere tutta l'umanità ma le carenze determinanti sono a livello di istituzioni; quindi è sull'organizzazione e sulla ripartizione che si deve concentrare la riflessione e l'azione e non sulla penuria di risorse.

Su questo triangolo di pensiero si fonda tutta l'azione sociale di Caritas Ticino e i giudizi che diamo sul modo di gestire il sistema di walfare o le prospettive economiche. Da qui il continuo sforzo di coniugare pensiero sociale e pensiero economico, accogliendo chi è in difficoltà come un portatore di risorse che va aiutato ad esprimersi pienamente quale soggetto attivo della società.

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