Dov'è la tomba di mio padre?
“Risanare” i cimiteri facendo scomparire le tombe.
Far sparire una tomba
senza avvisarci. Perché? Lo spiega il signor Lorenzo dell’ufficio tecnico di
Caslano a mia sorella, quasi sorpreso e infastidito della lamentala in quanto
un mese prima della demolizione era stato affisso un avviso all’albo comunale.
E poi c’è il foglio ufficiale. Comunque su 59 tombe solo noi non ci siamo fatti
vivi.
Il funzionario ha poi
rassicurato mia sorella che per la tomba di mia madre non ci saranno sorprese,
almeno per i prossimi 20 anni, perché il comune di Caslano non ha intenzione di
fare nessun intervento al cimitero.
È evidente che chi
abita a Caslano è stato avvisato dalla voce che sarà circolata e non perché
tutti vadano a leggere quotidianamente gli avvisi dell’ufficio tecnico.
In un’epoca dove la
mobilità è grande e pochi nascono, vivono e muoiono nello stesso paese, una
comunicazione relativa alla distruzione di una tomba dovrebbe usare altri
canali di comunicazione, e la comunicazione digitale avrebbe permesso di
trovarci in pochi minuti.
Ciò che lascia
perplessi e davvero senza parole è che disponendo di tecnologie
sofisticatissime che ci permettono di comunicare con chiunque in qualunque
momento, per evitare che la tomba di suo padre sia rasa al suolo senza saperlo,
uno dovrebbe tener d’occhio costantemente un avviso cartaceo nella bacheca della
casa comunale accanto al cimitero.
È il paradosso dell’ottusità
grottesca della burocrazia che Douglas Adams ha ben descritto nel primo
capitolo della “Guida galattica per gli autostoppisti” del 1979, diventato film
nel 2005.
Visto che questo blog è intestato a uno dei libri che formano la "Guida galattica per autostoppisti" che ho citato alla fine dell'articolo, "So long, and Thanks for All the Fish", ecco il testo sulla burocrazia del 1o capitolo della Guida:
(versione originale inglese)
“But Mr. Dent, the plans have been available in the local planning
office for the last nine months.”
“Oh yes, well, as soon as I heard I went straight round to see them,
yesterday afternoon. You hadn’t exactly gone out of your way to call
attention to them, had you? I mean, like actually telling anybody or
anything.”
“But the plans were on display…”
“On display? I eventually had to go down to the cellar to find them.”
“That’s the display department.”
“With a flashlight.”
“Ah, well, the lights had probably gone.”
“So had the stairs.”
“But look, you found the notice, didn’t you?”
“Yes,” said Arthur, “yes I did. It was on display in the bottom of a
locked filing cabinet stuck in a disused lavatory with a sign on the door
saying ‘Beware of the Leopard.’ ”
- Oh sì, sì! Be', appena ho saputo la cosa sono corso a vederli, ieri pomeriggio. Non è che vi siate sforzati molto di richiamare l'attenzione su quel progetto, vero? Vi siete ben guardati dal parlarne con chicchessia.
- Ma i piani erano visibili al pubblico...
- Visibili?! Sono dovuto scendere nello scantinato per vederli!
- Ma è quello l'ufficio di consultazione per il pubblico!
- E si deve consultare con la torcia elettrica?
- Oh già, si vede che le lampade si erano fulminate.
- Ma non mancava solo la luce. Mancava anche la scala!
- Insomma, avete trovato i piani?
- Sì - disse Arthur - sì. Erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello Attenti al leopardo.
Il Corriere del Ticino mi ha chiesto di ridurre dai 2770 caratteri a 2500 e poi, dopo una telefonata per verificare se avevo scritto proprio io il testo (!), lo ha pubblicato il 31 ottobre a pag. 32 nelle "lettere".
Dove è finita la tomba di mio padre?
Nell’avvicinarsi della ricorrenza dei morti la comunità si raccoglie nei cimiteri in preghiera o in meditazione di fronte all’ultima dimora di chi ci ha lasciato e molti desiderano abbellire le tombe dei propri cari.
Ma può succedere che
andando a portare un mazzo di fiori ci si trovi di fronte a un prato verde
perché le tombe sono state rase al suolo. È successo a me: la tomba di mio
padre morto nel 2001 e sepolto a Caslano, è stata recentemente spazzata via
dalle ruspe.
Dopo lo sconcerto e
l’incredulità, nel tentativo di capire cosa fosse successo, ci si è rivolti all’ufficio
tecnico ed ecco la spiegazione: “lavori periodici di risanamento” ma un mese
prima è stato affisso un cartello all’albo comunale oltre alla segnalazione sul
foglio ufficiale. E relativamente alle 59 tombe da distruggere sembra che solo la
nostra famiglia non si sia presentata a recuperare la foto di mio padre sulla
lapide. Non abitiamo a Caslano e evidentemente non eravamo al corrente.
E sembra che questa
pratica di informazione carente, ridotta a qualche cartello, sia abbastanza
diffusa e che siano numerosi nel corso degli anni gli episodi come il nostro;
un esempio recente è descritto su La Regione del 24.10.2024 “Spurgo al cimitero
senza comunicazione ai parenti”.
Ma ciò che sconcerta è
la questione della comunicazione che in un’epoca altamente tecnologizzata
permette di fare cose incredibili; e certamente trovare il mio recapito a
partire dal nome di mio padre è una performance di ben poco rilievo. Con qualche
domanda a ChatGPT a partire dal nome di mio padre, ad esempio, sono riuscito a
trovare una relazione diretta di mia figlia con il nonno!
La Regione lo ha pubblicato il 5 novembre a pag.16 nelle Opinioni.
Scomparsi due volte
Da Caslano a
Bellinzona, le sepolture rimosse «a insaputa» dei familiari non sono così rare
DI Davide
Illarietti
FOTO DI Gabriele
Putzu
Non ci sono più da tempo. Ma adesso, è come se ci fossero ancora di meno. Il padre di Roby Noris, ex direttore di Caritas Ticino, era sepolto al cimitero di Caslano fino a tre mesi fa. Poco lontano dalla madre, che riposa ancora oggi qualche fila più in là e a cui il figlio ha portato dei nuovi fiori mercoledì mattina.
«Avere un posto dove
ritrovare i propri cari fa sentire bene» dice Noris davanti alla tomba della
signora Tosca, passata a miglior vita dice la lapide - nel 2009. Anche lei non
c’è più. Ma la sepoltura è allo stesso posto da vent'anni e per i figli in qualche
modo è una forma di certezza. È rimasta vicina al marito Ignazio, deceduto otto
anni prima di lei e sepolto nello stesso cimitero, fino all'ultimo sgombero
annunciato dal Municipio a fine agosto: allora è scomparso una seconda volta.
Dov'è finito? Il
mistero è venuto a galla poco prima delle festività dei morti. «Mia sorella è
venuta a rendere omaggio ai nostri genitori e non ha più trovato la tomba del
papà» spiega Noris. «Al suo posto c’era un prato verde ». Adesso è cresciuta
l'erba dove un tempo riposava il signor Ignazio e il figlio guarda il prato con
aria sconsolata.
«Nessuno ci ha
contattati»
La famiglia ha
contattato immediatamente il Comune e il mistero è stato risolto in fretta.
Ogni vent’anni le tombe vengono rimosse per creare spazio per i nuovi arrivi.
Cinquantanove sepolture risalenti a prima del 2004 dovevano essere «spurgate» e
l’avviso è stato esposto all’albo comunale e pubblicato sul foglio ufficiale,
per permettere agli eredi di farsi avanti e recuperare i resti per la
cremazione. «Nessuno si è preso la briga di contattarci, bastava prendere il
telefono» lamenta Noris.
La sorpresa poco
piacevole non è toccata solo a Noris. Anche Lucia Bertoli ha trovato il vuoto
al posto della tomba paterna sempre nel cimitero di Caslano. «Mi sono
arrabbiata e ho subito chiesto spiegazioni a degli operai che ho trovato sul
posto» racconta la 73.enne che oggi vive a Montagnola e ha scritto al Corriere
del Ticino le proprie lamentele pochi giorni dopo Noris. «Gli operai sono
stati gentili e mi hanno riconsegnato degli oggetti ornamentali con cui avevo
decorato la sepoltura con le mie sorelle ». Per le rimanenze terrene di suo
padre invece non c’era niente da fare: sono finite nell’ossario comune, assieme
a quelle di Ignazio Noris.
Una quindicina non
pervenuti
La stessa sorte,
spiegano al servizio cimiteriale di Caslano, è toccata a una
quindicina di defunti di cui non risultavano eredi o non si sono
presentati all’appello. «Non abbiamo avuto lamentele
prima d’ora» spiega il funzionario incaricato presso il
Municipio. Negli ultimi dodici anni a Caslano sono state
sepolte 550 persone e dissepolte meno di un centinaio (questo è
il terzo spurgo dal 2006, il prossimo è previsto tra non meno di una
ventina d’anni). «In quest’ultima occasione abbiamo contattato una
quarantina di famiglie e preso nota di tutte le richieste relative agli arredi
cimiteriali, che abbiamo conservato in caso qualcuno voglia venire a prenderli.
Solo in cinque casi gli eredi hanno chiesto la cremazione del defunto. Per
il resto siamo dispiaciuti, ma non possiamo correre dietro a tutti».
Problema diffuso
È vero che, con
l’evoluzione demografica degli ultimi decenni, la mobilità geografica in Ticino
è aumentata: sono molte le famiglie disperse in comuni diversi da quello
d'origine dei genitori. Non è improbabile che gli eredi «non
raggiungibili» con mezzi tradizionali siano più frequenti di quanto s'immagini.
I cimiteri hanno bisogno di spazio e la procedura per liberarlo da Locarno a
Lugano (vedi sotto) è la stessa. A Camorino uno spurgo parziale dei loculi
condotto nei mesi scorsi ha suscitato un «diffuso malumore» tra i familiari dei
defunti, venuti a conoscenza dell’intervento solo dopo che le urne cinerarie
erano state rimosse: il caso è stato sollevato con un’interpellanza dal
consigliere del Centro Pietro Ghisletta.
Anche qui, per 107 dei
345 loculi spurgati dal 2023 (tra Camorino e Bellinzona) gli eredi non erano
noti. Nell’ossario comunale sono così finite 124 urne che nessuno finora ha
ancora ritirato, fanno sapere dai servizi competenti. «Siamo consapevoli della
delicatezza di questi interventi e per questo facciamo ricerche accurate.
Qualsiasi Comune grande o piccolo è confrontato con questa problematica». Le
risposte all’interpellanza invece arriveranno domani in consiglio comunale e -
perché no potrebbero interessare anche gli «scomparsi» di Caslano e di chissà
quanti altri cimiteri ticinesi.
RIMOZIONE DI
MEMORIA
Solo nella Turrita
sono 124 le «urne di nessuno», a Lugano per 22 defunti non si trovano gli eredi
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