Una pentola e due scatole di tonno per un Yayli Tanbur
Se una vecchia pentola tenuta penzolante da uno dei manici e picchiettata con una bacchetta risuona bene e a lungo, può diventare la cassa armonica di uno strumento a corde. Bisogna avere anche due scatole di tonno con la stampa sul metallo (rare rispetto a quelle con l'etichetta cartacea incollata), una pelle di tamburo, un po' di legname e qualche accessorio musicale, e si può costrire un Yayli Tanbur turco da suonare con archetto.
Lo Yayli Tanbur si suona verticalmente e su una sola corda o due assieme, le altre corde sono solo di risonanza e suonano per simpatia. Nello strumento originale sono generalmente solo 6 ma avendo visto un musicista greco che ne aveva aggiunte altre 6 ho pensato di saddoppiare e di fare la scala completa di semitoni, quindi 12 corde simpatiche in più ed ecco il mio Yayli Tanbur a 20 corde. Normalmente la cassa armonica rotonda è fatta di legno ma ce ne sono anche di metallo, da qui l'idea della pentola.
Sono sempre affascinato e impressionato nel trovare strumenti che hanno molto in comune anche in paesi diversi e a volte lontani (per posizione o per cultura) fra loro e mi chiedo sempre se si tratti di contaminazioni o di idee simili nate in situazioni diverse. Talvolta questi fenomeni sono documentati come ad esempio fra Cina e paesi intorno che hanno sviluppato strumenti simili: ad esempio partendo dal Gutzeng, famosissima sorta di arpa che é arrivata anche in Giappone diventando il Koto. Ecco due miei gioielli: il Gutzeng cinese, 160 cm che si suona pizzicando le corde con delle unghiette, e lo Ajaeng coreano, 138 cm che si suona con l'archetto. In entrambi si suonano le corde dalla parte destra dei ponticelli (singoli e molto alti) e si modifica la nota base di ogni corda schiacciandole e variando la pressione con la mano sinistra dalla parte sinistra dei ponticelli.
Anche se molto diverso come forma, lo Yayli Tanbur mi ricorda il Satar degli Uyghur dello Xinjiang (Cina), per la posizione verticale, un unica corda principale suonata con archetto e diverse corde simpatiche; ecco il mio Satar
I due popoli, turco e Uyghur, condividono comunque l'origine turca e la lingua, l'Uyghur è il turco moderno. Ma non ho mai letto notizie su come sia avvenuta la contaminazione, ammesso che non me la sia immaginata solo io.
Ed ecco il mio Yayli Tanbur di cui sono particolarmente contento per la sonorità sia acustica, sia elettrica.
Non avendo nessuna indicazione sulle dimensione dello strumento, come ho già fatto in passato, ho confrontato delle immagini prese dai video di youtube. Fotomontando su di me l'immagine dello strumento ho fatto un calcolo approssimativo delle dimensioni
In realtà c'è una differenza nella stima delle misure, probabilmente un mio errore, fra le due "fonti", ma visto che questo strumento non l'ho mai avuto in mano per misurarlo, non ho rispettato le misure stimate della lunghezza del manico che alla fine è 125 cm e così la distanza nut-bridge (capotasto-ponticello) del mio Yayli Tanbur è di 123cm. Insomma il mio strumento credo sia più lungo di quelli originali e quindi potrei considerarlo un po' un Yayli Tanbur "basso".
Ho disegnato il manico per calcolare la distanza possibile fra le corde, considerato l'aumento da 8 a 20.
Ho iniziato la costruzione dal manico e dal collegamento con la pentola. La trazione delle corde rende necessario un fissaggio molto solido che impedisca al manico di inclinarsi e rimanga nella posizione dove le corde avranno la giusta distanza dal manico. Un po' di margine, ma non molto, c'è con l'altezza del ponticello.
La parte alta del manico con la scanalatura per le corde e il posizionamento delle due meccaniche dei piroli non sono state proprio una passeggiata. Ho anche dovuto prevedere uno spostamento laterale incollando un listello di legno ma alla fine funziona.
I buchi dei piroli laterali sono stati semplici mentre più complicato è stato il posizionamento dei chiodini dorati che servono anche come "capotasto" per le corde simpatiche. Visto che la distanza fra ogni corda è circa 1,2 millimetri e doveva essere piuttosto precisa perché le corde non si toccassero, ho stampato in scala 1:1 il disegno e l'ho posizionato attaccandolo con scotch al manico. Ho quindi piantato i chiodini in posizione sulla carta. Ha funzionato perfettamente.
Con due scatole di tonno, una appiattita per farne un coperchio, ho costruito l'involucro dell'elettronica che controlla volume e tono del pickup.
Ho forato il manico della pentola per farlo diventare l'attacco delle corde. Ho avuto qualche perplessità sulla resistenza del materiale alla trazione di 20 corde ma per ora sembra resistere. Ho anche aggiunto una striscia di cuoio per evitare di pungersi con la fine delle corde.
Ho preparato la pelle di tamburo calcolando e forando i buchi, cercando di prevedere l'intreccio della corda che tende la pelle. Ho tagliato la pelle su misura, l'ho lasciata qualche ora in aqua e l'ho posizionata sulla pentola. La difficoltà è stata calibrare la tensione della corda (un buco infatti si è strappato) e prima di fare seccare la pelle ho tirato ancora un po' la corda. Alla fine la pelle seccando si tende molto e la pentola è diventata un tamburo.
La costruzione del ponticello è stata particolarmente complicata perché si trattava di trovare una altezza precisa perchè le corde fossero all'altezza giusta dal manico, ma a complicare le cose rispetto a uno strumento con cassa di legno, c'è la pelle tesa che tende a sprofondare un po' variando ovviamente l'altezza del ponticello. Ho sperimentato diverse soluzioni e alla fine ho messo sotto al ponticello un listello di legno che attraversa completamente la pelle tesa. Questo listello, un pezzo di un vecchio tagliere da cucina che avevamo dismesso, passato nella mia nuova piallatrice (una bomba), distribuisce la pressione delle corde dal ponticello a tutta la superficie del "tamburo" e non solo sulla lunghezza della base del ponticello. Anche intagliare con una limetta le sedi delle corde a distanza di poco più di un millimetro ha richiesto tempo e una particolare attenzione. Qualche difficoltà anche nella scanalatura del pickup a filo, che deve essere mantenuto in pressione affinché trasmetta le vibrazioni.
Alla fine ho dovuto fare le corde tagliandole da rocchetti di filo di acciaio da 0,3 e 0,4 mm per le corde principali (la seconda di ottone, almeno sembra) e 0,2 mm per le corde di risonanza. Ho trovato gli spessori consigliati via AI che parla anche turco! Avevo comperato online due set di corde ma sono per un Yayli Tanbur più corto. Ho cercato una accordatura possibile che significa trovare l'altezza dove fermarsi prima del punto di rottura della corda.
2a corda principale G2
le 6 corde simpatiche usuali su piroli meccanici:
3a corda E3
4a corda G3
5a corda B3
da F3 fino a E4 con intervallo di semitono.
Ho anche dovuto improvvisare un supporto (cavalletto per chitarra e un cuscino) per poter suonare avendo la gamba destra libera per i pedali degli effetti elettronici e lo strumento più in basso. Nel video si vede la posizione. Quella classica dei musicisti turchi non mi piace per niente perché é faticosissima. E poi non so suonare musica turca!
E ha trovato una sua collocazione sulla parete del mio studio dedicata a Giger.





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