Jimi Hendrix un padre musicale
50 anni fa, oggi, moriva Jimi Hendrix. Ero in Germania a studiare il tedesco per qualche mese, lavorando in un grande magazzino, a Monaco. Era stato un colpo incredibile, come se fosse morto qualcuno di molto vicino, e infatti lo era, anche se solo relativamente all'universo musicale e culturale che aveva una grande importanza per me. La sua musica aveva rivoluzionato il già incredibile mondo musicale che con Beatles e Rolling stones aveva segnato la svolta epocale degli anni sessanta non solo per la musica ma per tutta una cultura giovanile. Jimi aveva stravolto tutto con l'uso del distorsore e dell'echo; l'echo non era un effetto elettronico digitale ma un marchingegno analogico fatto artigianalmente con un'asola di nastro 6mm che continuava a girare su un aggeggio che ormai fa parte della storia della musica. I suoni prolungati, stridenti, esasperati su armonici che nessuno aveva ascoltato prima, facevano da contenitore di melodie semplici, fortemente ritmate, che non andavano ripetute canterellando ma sentite nel profondo delle proprie viscere. Nel corso degli anni il mio percorso musicale mi ha portato a incrociare esperienze musicali straordinarie dal nord Europa all'Asia, con visitazioni e incroci interessantissimi fra India, Giappone, Mongolia, Cina e Xinjiang, Korea, Kirzikistan ecc. ma anche una tappa mozartiana all'uscita di Amadeus o l'immersione nella musica elettronica, o la musica sacra di Arvo Pärt, o lo sguardo multiforme e sempre sorprendente dei compositori di musica contemporanea. Con Jimi Hendrix è cominciato questo percorso iniziatico di una ricchezza inestimabile, perché è difficile rendere ragione dell'esplosione interiore verso un'universo dalle mille sfaccettature dove la creatività e l'espressione della bellezza raggiungono cime vertiginose. La passione per le sonorità sempre più ricercate e strane mi è nata con lui anche se mi ci sono voluti molti anni per scoprire dove si può arrivare quando la ricerca musicale è guidata da una insaziabile curiosità per quello che gli esseri umani sono stati capaci di elaborare come esperienza sonora nelle diverse espressioni e percorsi storico culturali. In qualche modo credo che con Jimi Hendrix mi si sia aperto un nuovo orizzonte dove non c'erano più regole musicali fisse e irrinunciabili, ma solo un flusso di idee in continua evoluzione. È stata la scoperta tangibile della possibilità che la vibrazione musicale diventi corporea come espressione di una profonda emozione interiore. Un interprete, probabilmente ignaro, di quella bellezza straordinaria che suscita un anelito di infinito, un desiderio di trascendenza.
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