Con grande affetto la ricordo col video girato a Roma un mese fa durante il pellegrinaggio dal Papa con 230 persone della San Gottardo, ospiti, collaboratori, famiglie e amici. Bello che Giona abbia filmato e Dani abbia raccolto questo gioiello. (Mia presentazione in video)
La testimonianza di Mimi è straordinaria per la carica di speranza e di fede, una sorta di testamento raccolto certamente dal vescovo Eugenio.
RICORDANDO 40 ANNI CON UN’AMICA
Con Mimi se ne va un altro pezzo della mia storia, una
persona che ha segnato la mia evoluzione di pensiero, con il vescovo Eugenio
Corecco che ha tracciato il solco di un ripensamento della dimensione della
carità, e con Carlo Doveri. Tre amici che ora è bello pensare assieme in una
dimensione dove la conoscenza e la speranza si intrecciano in una armonia senza
tempo.
Con Mimi e con Carlo abbiamo condiviso il desiderio
di far nostro il messaggio straordinario del vescovo Eugenio che aveva
affermato: “L’uomo è più del suo bisogno” aprendoci lo sguardo a un’attenzione
agli altri non più centrata sui bisogni ma sulle risorse e sulla dignità delle
persone. Una strada nuova che Mimi aveva fatta sua sia negli incontri
personali, che nell’organizzazione delle strutture di cui si occupava, e nei
progetti in paesi lontani. Con fatica e misurando spesso le difficoltà che
ridimensionano le aspettative. Ma siccome volava alto, come le aquile e non si
accontentava di razzolare nel pollaio, aveva sempre un orizzonte ampio dove
sperimentare e cercare le soluzioni praticabili. Voleva cambiare le strutture
per realizzare un pensiero sociale sano carico di speranza per tutti, e cercava
tutti i mezzi per riuscirci. Per questo ha fatto politica.
Negli anni settanti abbiamo cominciato a collaborare
e la lista delle cose fatte assieme è davvero lunga. I giri nelle parrocchie a
animare serate con l’audiovisivo “Bambino dove vai” che si concludevano col
caricare assieme pesanti amplificatori, altoparlanti, schermo e proiettori,
domandandoci spesso “ma cosa stiamo facendo”. L’accoglienza in Ticino dei
profughi vietnamiti, i Boat People, l’aveva voluta lei, e mi aveva chiamato nel
1980 a Caritas Ticino per lanciare un’azione di accoglienza con una metodologia
nuova di gruppi parrocchiali e poi il centro culturale vietnamita a Sorengo,
percorrendo strade nuove sul fronte dell’integrazione di persone di una cultura
così lontana.
Il terremoto in Irpinia con viaggi improbabili,
dormendo nel sacco a pelo nel caravan lasciando il portellone aperto.
Nell’88 la nascita dei programmi occupazionali per
accogliere i disoccupati più “difficili” quando non si parlava ancora di
disoccupazione in Ticino.
Anche l’avventura televisiva di Caritas Ticino è
cominciata con lei a Natale nel 1994 negli studi di Melide che sarebbero
diventati Tele Ticino, qualcosa di incredibile anche oggi ma che vent’anni fa
sembrava fantascienza. Abbiamo molti contributi video di Mimi e un giorno li
rimonteremo.
Quando lasciò Caritas Ticino lanciandosi in nuove
avventure sociali con la sua agenzia Consono o con la Fosit, e con la
fondazione san Gottardo che aveva contribuito a creare e che ha condotto fino ad
ora, abbiamo continuato a riflettere assieme sulla metodologia dell’intervento
sociale e a collaborare ad esempio con progetti a sostegno di poveri in diversi
angoli del mondo che lei aveva scovati nei suoi viaggi.
E fino all’ultimo ha lottato avendo ancora molti
progetti da realizzare.
Così nell’ultima sua prodezza, andare in
pellegrinaggio a Roma nonostante fosse gravemente ammalata, c’era tutta la
carica di chi guarda sempre lontano. La sua testimonianza, registrata nel video
“Dal Papa per i 20 anni della San Gottardo”, che rivedremo su Tele Ticino
sabato prossimo alle 18:00, o su youtube sul canale di Caritas Ticino, è una
pagina straordinaria di speranza, di inno alla vita e di profonda capacità di
affidarsi al disegno di Dio.
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