50 sfumature di melò melò moralista che non sa parlare di sesso
50 Shades of Grey, 50 sfumature di grigio, il film, non meriterebbe proprio un post se non fosse uno di quelle specie di fenomeni di costume, che per il ribollimento mediatico, non possono evitare di interrogare sia sul fronte della comunicazione e dell'espressione cinematografica, sia sul piano della percezione e delle aspettative rispetto al tema dell'erotismo e della sessualità. Non leggerò, penso mai, se non sotto tortura, i libri venduti dappertutto, persino nelle autostrade, ma il film dopo averlo tenuto per diverse settimane in uno dei miei hard disk, ho ceduto e l'ho guardato. Noioso ma non eccessivamente, si può arrivare alla fine delle due ore se non si ha di meglio da fare, un filmetto che se avesse omesso la storiella delle perversioni sado-maso del povero protagonista, sarebbe annoverato fra le commedy/drama melò melò. Invece siccome ci sono frustini, corde e vari accessorietti del kit perverso ma non troppo, allora è diventato quasi un film cult. Anche se la perversione eroticheggiante è castigatissima, nulla a che vedere col porno, e ci si può chiedere cosa vogliano davvero raccontarci con una rappresentazione del sesso che, probabilmente nelle intenzioni avrebbe dovuto essere estremo e perverso, ma alla fine non si sa dove vada a parare. Ma ciò che lo rende davvero un filmetto senza valore è la mancanza di qualunque tentativo di approfondimento del tema dell'erotismo sado-maso. Ma l'elemento davvero sorprendente è il moralismo plateale che in modo inequivocabile in sintesi recita: il protagonista con madre tossica e prostituta abbandonato a 4 anni (non la ricorda se non in sogno ma ricorda bene altre cose orribili!) e con iniziazione al sado-maso per 5 anni a partire dai 15, da una amica della mamma adottiva, (che rimane sua amica, solo un'amica!) sono gli elememti fondanti dello squilibrio del personaggio che non riesce a innamorarsi in modo "normale" (e chi ci riuscirebbe?). La protagonista femminile che prova a stabilire una relazione amorosa con lui, accettando di comunicare secondo i suoi registri, persino quello della "punizione", deve arrendersi al fatto che con lui non si può avere una relazione.Purtroppo però il tutto non è per nulla approfondito e in una superficialità devastante ci si trascina fino alla fine, con finale aperto perché la sequenza finale potrebbe suggerire che forse "lui" guarirà. OMG (oh my God) quando penso che frotte di donne sono andate, eccitatissime a vedere questa scemenza convinte di essere davanti a una pagina di trasgressione di alto livello. È vero che nonostante le apparenze, sul sesso siamo ancora spesso ancorati al moralismo quasi clericale, ma soprattutto soffriamo di una grave confusione sul pensiero intorno alla sessualità in generale, con la conseguenza che l'inseguimento del piacere irraggiungibile fa credere che qualche frustino o qualche posizione nuova risolva la grana fondamentale: il sesso pensato e fatto bene è fondato su una relazione. Se non si sa più da che parte rigirarsi per stabilire una relazione sana e fruttuosa dal profilo del piacere, della soddisfazione, della pienezza, evidentemente si può illudersi che una storiella banale di sado-maso super edulcorato ci farà scoprire come riinnamorarsi del proprio marito o compagno, facendo sesso come non l'avevamo nemmeno mai immaginato. Grottesco, penoso e soprattutto deludente. Non so se siano aumentate le vendite di frustini e di corde, o di vibro massaggiatori venduti discretamente nei cataloghi dei casalinghi (l'ultimo catologo Vedia nelle case ticinesi ne propone una decina di modelli a pag. 166 già a partire da 19.95), ma ho la certezza che c'è un errore sostanziale nel concetto di piacere, come sempre un errore di pensiero: riducendo il piacere a una stimolazione sensoriale priva di pathos nel senso della relazione, si deve alzare sempre più il livello della fantasia erotica che arriva presto a saturazione anche con le trovate più stravaganti ed estreme, da qui ad esempio l'aumento dell'impotenza nelle società più "aperte" e permissive; se invece si ritrovasse il bandolo della matassa e si riuscisse a ricollegare la nozione fondamentale su cui credo giri il mondo, cioè la nozione di piacere, con la condizione essenziale di una relazione profonda e complementare nella fusione di due entità maschile e femminile, allora sì che si potrebbe fare faville, magari senza il glamour delle rappresentazioni cinematografiche o da cover, ma con quella carica esplodente di chi sa che si può davvero toccare il cielo con un dito quando si trova quell'alchimia straordinaria per cui il piacere dell'altro è il mio massimo piacere: cioè il bene dell'altro è il massimo mio bene. Che peraltro è la chiave di volta della relazione amorosa. Love, Love, Love. Penso con nostalgia a Kubrick e al suo testamento-capolavoro Eyes Wide Shut, dove affrontò il tema del piacere erotico legandolo indissolubilmente alla relazione di coppia (Kubrick era molto innamorato di sua moglie!) che fa impallidire il mediocre filmetto delle 50 sfumature grigiastre.
L'unica fantasia che mi sono concessa durante la visione home cinema, non è di natura erotica, proprio mi era impossibile, ma legata all'arredamento della casa dello straricco protagonista che durante il primo minuto ci mostra il suo guardaroba (vedi fotogramma sotto fotografato nel mio salotto durante la proiezione), un sogno da ricchi!
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