domenica 1 marzo 2020

25 anni dalla morte del vescovo Eugenio

Come ricordare un saggio, un maestro, un amico?

Oggi, 25 anni fa moriva il vescovo Eugenio Corecco e la sua memoria è la gioiosa presenza di una bella persona, un saggio, un maestro, un amico. 
Come ricordarlo anche a chi incrocia queste note? Come si ricorda un saggio a chi magari non ne ha ancora incontrato uno, perché di saggi nella vita non se ne possono incontrare molti? Su questo blog lui è menzionato, in 11 post, alcuni a lui dedicati, perché è stata una delle persone più importanti nella mia vita. Probabilmente il modo giusto per ricordarlo è quello di guardare con serenità alla realtà che ci circonda in una prospettiva di percorso carico di significato. Corecco infatti, dai rapporti personali alle dotte riflessioni teologiche aveva sempre una sorta di sguardo sereno che rimandava al significato profondo di ogni cosa. Voleva bene alle persone, voleva bene alla realtà che guardava con lucidità, voleva bene al "pensiero". 


Nel post in suo ricordo del 2015: "Da Vescovo, qualche anno prima di morire, mi ha affidato Caritas Ticino, un direttore laico non era certo nella tradizione e nelle aspettative, e rivoluzionò le basi del modello di intervento sociale che fino ad allora era indiscusso: il "bisogno" non doveva più essere il punto di riferimento per pensare al sociale, ma la "persona" che è molto più del suo bisogno, cioè portatrice di risorse. Ho una gratitudine smisurata per questa idea straordinaria che mi ha arricchito personalmente permettendomi di lottare controcorrente per affermare un pensiero geniale che fonda la speranza su una visione positiva e vincente della persona, anche quella più segnata dalla sofferenza e dal limite. Non era un sociologo o un economista ma un uomo di fede e questa immagine della persona non definita dai limiti ma dalle risorse, nasceva proprio dalla sua capacità di coniugare fede e ragione: la salvezza è possibile per tutti."



E sulla facciata del CATISHOP.CH a Pregassona, il gigantesco tabellone metallico di 4m x 8m (600kg) riporta la sua frase del 1992 che ha rivoluzionato la concezione dell'impegno sociale tradizionale per Caritas Ticino:
"La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio. È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno"

La seconda intuizione geniale del vescovo Eugenio Corecco per quel che riguarda Caritas Ticino e la mia vita professionale, è stata quella sull'informazione elettronica. Voleva che facessimo una radio ma poi ci incoraggiò a lanciarci nell'avventura della produzione televisiva, che per un'organizzazione locale socio-caritativa, nel 1994 era qualcosa di assolutamente impensabile. Morì dopo pochi mesi dall'inizio di questa impresa straordinaria ma la sua eredità morale, la sua caparbietà, il suo sperare contro ogni speranza, ci ha accompagnato e sostenuto fino a oggi, ogni settimana, anno dopo anno per 25 anni. 

Mi piace pensare che i 1800 video su youtube siano il segno della sua presenza e della sua benevolenza. 25 anni di produzione video e 25 anni da quando l'amico saggio ci ha lasciati indicandoci la strada.