martedì 22 luglio 2014

22 luglio 2011 strage di Utoya in Norvegia

STRAGI: ADDOMESTICARE LA MORTE (22.7.2014)


Con la morte forse si può giocare a scacchi (Settimo sigillo di Bergman) ma non addomesticarla.
 
3 anni fa la strage di Utoya in Norvegia

3 anni fa come oggi 22 luglio in Norvegia la strage di Utoya con 77 vittime come ricorda il quotidiano norvegese online in inglese TL The Local
Pochi giorni dopo ero in Norvegia con Dani e ci siamo imbattuti in una chiesa di Oslo, in una sorta di pellegrinaggio silenzioso di un mucchio di ragazzi che ricordavano in quel modo i compagni morti nella strage. Facce di giovani che non esprimevano la carica e la gioia di vivere le vacanze estive ma solo sguardi attoniti e lacrime di chi non capisce perché, non si da' pace, non trova risposte. Siamo rimasti a lungo a guardarli, forse a condividere un po' di quella sofferenza che nelle stragi diventa fatto pubblico e non solo privato. 
Come per i parenti delle vittime di un aereo di linea della Malaysia Airlines Flight 17 abbattuto in Ucraina da un missile russo. 298 persone che non conosci, senti lontane, fino a quando il New York Times non pubblica le facce e le storie di una trentina di loro. E allora diventano presenti come se li conoscessi. Ci hanno fabbricati male e la morte possiamo solo metabolizzarla facendo il lutto ma mai veramente addomesticarla. I bambini ammazzati nella striscia di Gaza in questi giorni sono meno presenti personalmente perché di loro si pubblica solo qualche foto raccapricciante ma non ci sono né nomi né storie. Sembrano un po' più lontani. Il linguaggio politico disumanizzato li ha definiti "uninvolved" non coinvolti (cioè non terroristi armati invece di vittime civili) come racconta un articolo del New York Times  e qualcuno mi pare scrivesse a proposito del loro desiderio di suonare il piano, come i nostri figli o i nostri nipoti che non vengono ammazzati sulle spiagge dalle bombe dei vicini. 
Oggi  qualcuno ha twittato questa vignetta
Il mio desiderio di essere bene informata è continuamente in contrasto col mio desiderio di  rimanere sana di mente

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