martedì 2 gennaio 2018

Comunicare, cosa e come?

Comunicare, cosa e come?

Fine della comunicazione generalista e nuovi palinsesti individuali ancor più preoccupanti.

Tanto per deprimersi un po' vale la pena, se non si è già perfettamente al corrente del fenomeno dei blog video super seguiti, i vlog, di leggere un articolo del The Washigton Post di ieri 1 gennaio 2018 dal titolo: "This kid went to the mall to get sprinkles. He ended up with 90,000 new YouTube fans."
https://www.washingtonpost.com/amphtml/news/the-intersect/wp/2018/01/01/this-kid-went-to-the-mall-to-get-sprinkles-he-ended-up-with-90000-new-youtube-fans/
Un ragazzino 12enne va a comprare le patatine e incontra due famosi vlogger che gli danno spazio sul loro video del giorno e lui che è un piccolo vlogger con una manciata di followers in breve si vede seguire da 90'000 fans. I due incontrati dall'esterrefatto Joey erano Jenna Marbles (16,9 milione di subscribers) e Julien Solomita che hanno numeri spropositati per i loro sproloqui video tipo 5 milioni di visualizzazioni. Bella storiellina fiabesca. Ma se si va a vedere il video delle due star che ha lanciato il giovane  Joey ci si deve sorbire un noiosissimo video in cui i due portano un cagnetto "portatile" da Santa (Il nostro San Nicolao con vestito rosso e barba bianca), nel grande magazzino, per fare una fotografia ricordo che poi mostrano via phone alla mamma di Jenna, molto divertita. Poi vale la pena, per tirarsi su il morale, di guardare anche il vlog di Joey che non crede alla sua fortuna che lo porta ad essere un supervlogger anche lui che racconta storielline da preadolescente americano. Ma almeno lui ha 12 anni ed è nel range ragionevole per rapporto alle cose che trasmette nel suo vlog, ora a quasi 100'000 viewers, anzi subscribers (iscritti al canale).

La riflessione che ho fatto da neofita di questi vlog (che ha comunque abbandonato il genere dopo un'ora di consultazione e visionamenti vari) è che, se da una parte stiamo assistendo all'agonia lenta ma inesorabile dei media generalisti, dall'altra i nuovi "palinsesti" che milioni di persone si costruiscono da soli in alternativa con le possibilità offerte dalla rete e dai social network, sono altrettanto demenziali. Ma credo siano anche più pericolosi perché assolutamente fuori da ogni possibilità di controllo. I media generalisti infatti, che non guardo più e non sopporto più da molti anni anch'io, hanno almeno in via teorica una possibilità di controllo di natura democratica che quando funziona permette correttivi che alzano l'asticella del pensiero intelligente e sano. Mediamente il quadro è desolante ma si può sempre ipotizzare che un media pubblico possa ricevere degli imput affinché non spazzi via completamente la possibilità di accedere a cultura, arte, e pensieri intelligenti. In via teorica e ipotetica, ma almeno la possibilità c'è. 

Mentre se degli opinion leader che arrivano ad avere 50 milioni di videoascoltatori iscritti al loro canale possono fare e dire quello che vogliono avendo come sola condizione quella di non perdere l'audience, la possibilità che si inserisca un pensiero intelligente e sano è praticamente esclusa. Recentemente uno di questi comunicatori aveva rifiutato di replicare ad un attacco su una grossa testata americana perché il pubblico di solo qualche centinaia di migliaia di lettori non lo interessava visto che parla ogni giorno a milioni di persone col suo canale personale. 

La rete internet è democratica, almeno in una certa misura, visto che ciascuno può scegliere quello che vuole e gli interessa, ma per evitare una catastrofe di livello contenutistico bisognerebbe presupporre una maturità del pubblico che statisticamente non è assolutamente mai emersa in modo rilevante. Ci sono insomma le premesse per ogni deviazione di pensiero, ogni forma di dittatura intellettuale.

E a fronte dei vlogger gaudenti e di basso livello contenutistico, ci sono sempre più giornalisti e opinion leader che coi loro canali su youtube fanno informazione e analisi socio-economico-politiche con milioni di followers. Dave Rubin tanto per citarne uno famosissimo.

Fra questi comunicatori che hanno canali su youtube ce ne sono diversi che ascolto più che volontieri e questa evoluzione del mio palinsesto personale mi piace ovviamente, ma la riflessione più generale su questa modalità di comunicazione free rimane: la comunicazione fuori controllo può essere molto pericolosa. Posso infatti permettermi di scegliere e ho avuto la fortuna di fare un percorso pedagogico personale che qualche strumento di analisi e di selezione dei contenuti me lo ha dato ma mi considero da questo profilo un privilegiato.

Allora è da preferire la totale libertà rovesciata addosso a un pubblico che prevalentemente non ha gli strumenti per gestirla oppure una comunicazione sotto controllo democratico che lascia aperto un ipotetico piccolissimo spiraglio al "bene comune"? Purtroppo questa scelta è solo di principio perché l'evoluzione e la svolta epocale della comunicazione di massa è già ben oltre questa scelta.
I singulti della comunicazione genaralista morente anche in Svizzera hanno momenti di grande partecipazione emotiva come la votazione sull'iniziativa No Bilag, che indipendentemente dall'esito, segna un'altra tappa irreversibile verso un'universo della comunicazione completamente mutato.

Credo non ci rimanga altro che puntare sull'educazione degli individui affinche riescano a cavarsela, diventando più capaci di autocritica responsabile nelle scelte comunicative. Ma saranno sempre molto pochi quelli che accetteranno di fare la fatica necessaria, solo un'élite purtroppo.