giovedì 2 marzo 2017

The Salesman - Le Client di Asghar Farhadi

The Salesman - Le Client di  Asghar Farhadi

Miglior film straniero agli Oscar 2017, il regista Asghar Farhadi (già premiato nel 2011 con A Separation) non è andato a Los Angeles a prendere la statuetta per protesta contro le misure antiimmigrazione del presidente USA Trump nei confronti di iraniani e altri paesi musulmani. Ma a ritirarla c'era Anousheh Ansari, ingeniere, imprenditrice e astronauta, iraniana e americana musulmana, che ha letto un bel messaggio del regista.
 hollywoodreporter.com/news/irans-salesman-wins-best-foreign-language-film-oscars-2017
Il film è un bella descrizione drammatica del percorso in discesa del protagonista che da persona generosa, aperta e dinamica si trasforma lentamente in un meschino vendicatore meno preoccupato di come viva sua moglie l'aggressione e lo stupro di cui è stata vittima, più del suo ossessivo progetto di vendetta. La coppia, appassionata di teatro, prepara la piece di Arthur Miller "Morte di un commesso viaggiatore". La versione originale inglese "Death of the Salesman" da il titolo almeno alla versione inglese "The Salesman" del film di Farhadi. E il dramma cinematografico gioca continuamente fino alla fine fra i personaggi del testo teatrale americano di Miller e la vicenda reale che i protagonisti iraniani del film vivono. Un ponte fra oriente e occidente che sembra affermare con forza quanto gli esseri umani siano sempre gli stessi e che la cultura di origine fa solo da sfondo, magari importante ma non determinante nel proprio percorso personale. La tesi del film credo sia espressa all'inizio, nello scambio fra uno studente e l'insegnante, protagonista del film, a cui chiede "come può un uomo trasformarsi in bestia?" "Poco alla volta, prograssivamente".
Ho fatto alcune considerazioni in video andate in onda su Teleticino il 1 marzo 2017.
servizio di Teleticino su The Salesman del 1.3.2017

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