sabato 28 giugno 2014

Il fascino comunica

Il fascino autentico è intelligente e comunica il bello.(28.6.2014)

Un articolo del Corriere della Sera dal titolo "First lady e modella (con figlia) Angelica fa discutere il Messico" mi ha fatto riflettere sulla questione del fascino femminile.

 

La copertina di Marie Claire edizione messicana fa discutere perché la first lady con la figlia che posano da modelle su una rivista di moda proprio non si fa! L'articolo del Corriere mi sembra tratti bene la vicenda, almeno per quel che ne so, non conoscendo i retroscena. 
Ho ritwittato col titolo di questo post; mi colpisce il fatto che appena si rompe uno schema (una first lady non fa la modella su riviste di moda) sia molto difficile ristabilire una chiave di lettura equilibrata che colga gli elementi effettivi, anche nella provocazione, "Ridefinendo il potere femminile" è il titolo in copertina. Non conosco il Messico e quindi non so se questa vicenda vada letta secondo considerazioni di opportunità politica, ma alle nostre latitudini la questione che mi interroga è quanto il "fascino possa comunicare e cosa comunichi". La questione infatti è sommersa da un montagna di cattivo gusto, di strumentalizzazione stupida del corpo, di luoghi comuni intorno al concetto di bello al femminile, un disastro dal profilo della comunicazione. Ma quando il fascino è autentico e profondo, cioè un'alchimia sofisticata e intelligente di codici di bellezza (quelli riconosciuti in una certa epoca in certi luoghi) e di espressione di eleganza raffinata, dosata e discreta, allora il fascino si traduce in comunicazione inequivocabile del bello. Il "bello" inteso come espressione che sublima la bellezza di una persona in una sorta di inno alla bellezza "totale", come capacità creativa degli esseri umani che dispongono di strumenti per cogliere e ricreare il proprio rapporto col bello, con l'armonia e con la trascendenza. Attraverso l'acquisizione e la rielaborazione di elementi culturali si possono raggiungere livelli di emozione sconvolgente di fronte a espressioni del "bello" come un'aurora boreale, lo sguardo magnetico di una donna, una descrizione letteraria sublime, un passaggio musicale travolgente, una pennellata potente.
Se poi siamo attenti al risvolto laico dell'affermazione "Il bello conduce a Dio" possiamo cogliere, indipendentemente dal nostro credo personale, che l'espressione più geniale e sublime del DNA umano sta nella possibilità di riconoscere e persino di creare bellezza. 
Una rilettura in questa chiave del fascino femminile, non solo delle modelle da copertina ma di tutte le donne, permetterebbe di valorizzare una forma di comunicazione intelligente come antidoto sia al maschilismo sia al femminismo.