domenica 1 marzo 2015

Il vescovo Eugenio Corecco a 20 anni dalla morte

Il vescovo Eugenio, un saggio che sapeva voler bene


Vent'anni fa come oggi moriva il vescovo Eugenio Corecco lasciando molti, come me, orfani di un padre spirituale, di un amico, di un saggio, di un pensatore eccezionale. Uno che sapeva voler bene alle persone senza giudicarle, anche se era rigoroso e preciso nelle analisi: sapeva distinguere l'affermazione di un principio su cui non si doveva transigere, dalla capacità di accoglienza delle persone anche quando ne combinavano di tutti i colori. Trasmetteva la gioia di vivere rendendo ragione del senso delle cose, della ragionevolezza della bellezza della vita. Studente ventiduenne, ho chiesto la mano di mia moglie "a lui", che ci ha detto che era una buona idea. Ci ha seguito per molti anni con affetto e saggezza. Da Vescovo, qualche anno prima di morire, mi ha affidato Caritas Ticino, un direttore laico non era certo nella tradizione e nelle aspettative, e rivoluzionò le basi del modello di intervento sociale che fino ad allora era indiscusso: il "bisogno" non doveva più essere il punto di riferimento per pensare al sociale, ma la "persona" che è molto più del suo bisogno, cioè portatrice di risorse. Ho una gratitudine smisurata per questa idea straordinaria che mi ha arricchito personalmente permettendomi di lottare controcorrente per affermare un pensiero geniale che fonda la speranza su una visione positiva e vincente della persona, anche quella più segnata dalla sofferenza e dal limite. Non era un sociologo o un economista ma un uomo di fede e questa immagine della persona non definita dai limiti ma dalle risorse, nasceva proprio dalla sua capacità di coniugare fede e ragione: la salvezza è possibile per tutti. Scoprire in seguito in alcuni economisti e pensatori di altre culture, la stessa idea delle "risorse sempre presenti", mi ha fatto apprezzare ancora di più quest'uomo saggio che aveva visioni ampie , portatore di un pensiero sano che poteva dialogare anche con posizioni laiche o di altro credo religioso, sulla base di una onestà intellettuale che apre i confini del pensiero e dell'universo. Grazie Eugenio.


Video "Ricordando Mons. Eugenio Corecco con: padre Mauro Lepori, don Libero Gerosa e Cristina Vonzun" 23 minuti

Ricordando Eugenio Corecco
Facciata del CATISHOP.CH di Caritas Ticino a Pregassona-Lugano (CH) con il tabellone metallico di 4m x 8m (600kg) con la frase del 1992 del vescovo Eugenio Corecco: "La carità non ha come misura il bisogno dell'altro, ma la ricchezza dell'amore di Dio. È infatti limitante guardare all'uomo e valutarlo a partire dal suo bisogno, poiché l'uomo è di più del suo bisogno".